Vaticano, ex funzionario della Nunziatura apostolica a processo per pedofilia

Monsignor Alberto Capella
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Domenica 10 Giugno 2018, 14:51 - Ultimo aggiornamento: 11 Giugno, 15:30
E' un processo in tempi tutto sommato rapidi quello a cui sarà sotto posto, nel tribunale d'Oltretevere, monsignor Carlo Alberto Capella, l'ex funzionario della Nunziatura apostolica di Washington già destinatario di un ordine d'arresto delle autorità canadesi per detenzione e diffusione di ingente materiale pedopornografico e da mesi sotto indagine in Vaticano.

Le udienze cominceranno il prossimo 22 giugno. Il giudice istruttore presso il Tribunale della Città del Vaticano ha provveduto oggi alla notifica all'imputato - che da due mesi è in stato d'arresto nella cella della caserma della Gendarmeria -, al suo avvocato e al promotore di giustizia, della sentenza di rinvio a giudizio a conclusione della fase istruttoria del procedimento a suo carico.

Nella requisitoria del 30 maggio - ha riferito la Sala stampa - il promotore di giustizia, «ritenendo sufficienti le prove acquisite», aveva chiesto che il giudice istruttore dichiarasse chiusa l'istruzione formale e disponesse con sentenza il rinvio a giudizio dell'imputato.

Il giudice istruttore, nel provvedimento del 7 giugno con cui ha rinviato a giudizio Capella, ha ritenuto che sussistesse la giurisdizione dell'Autorità giudiziaria vaticana, «perché il reato contestato riguarda fatti commessi da un pubblico ufficiale», nel caso specifico un diplomatico, «anche se all'estero».

Il reato contestato a mons. Capella è quello di pedopornografia nelle particolari fattispecie previste e punite dagli articoli 10 e 11 della legge n. VIII del 2013 (detenzione e scambio di materiale pedopornografico con l'aggravante dell'ingente quantità).

In particolare, i due commi 3 e 5 dell'art. 10, sul reato di pedopornografia, prevedono che «chiunque (...) con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, distribuisce, divulga, trasmette, importa, esporta, offre, vende o detiene per tali fini materiale pedopornografico, ovvero distribuisce o divulga notizie o informazioni finalizzate all'adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da euro duemilacinquecento a euro cinquantamila», e che «la pena è aumentata ove il materiale sia di ingente quantità».

La vicenda di mons. Capella - che ha visto la collaborazione tra le autorità giudiziarie vaticane e nordamericane - è emersa il 15 settembre scorso quando si è appreso che il promotore di giustizia vaticano aveva aperto un fascicolo nei confronti del diplomatico in servizio alla Nunziatura di Washington dopo che il 21 giugno 2017 il Dipartimento Usa aveva notificato il possibile reato. Capella era destinatario di un ordine di arresto dal Canada, nel quadro di un'inchiesta iniziata con una segnalazione del Centro nazionale di coordinamento contro lo sfruttamento dei bambini del Rcmp (la polizia canadese).

La polizia di Windsor ha accusato Capella di possesso e distribuzione di materiale pedopornografico, scaricato durante un soggiorno che il prete ha fatto in Canada tra il 24 e il 27 dicembre 2016.
La diocesi di London, in Ontario, ha reso noto di aver ricevuto una richiesta di aiuto per l'indagine; assistenza che è stata data, in relazione alle possibili violazioni della legge sulla pornografia infantile fatte da mons. Capella usando un «indirizzo di un computer in una chiesa locale».
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