Siria, Russia pronta all'ultima battaglia: l'Onu teme una carneficina di civili innocenti

Siria, Russia pronta all'ultima battaglia: l'Onu teme una carneficina di civili innocenti
di Anna Guaita
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Giovedì 30 Agosto 2018, 22:40 - Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 22:04
NEW YORK – L’ultimo capitolo della “Primavera Araba” sta per essere scritto con la battaglia per la riconquista della città siriana di Idlib da parte del regime di Bashir al-Assad. La flotta russa sta prendendo posizione nel Mediterraneo, pronta a dare copertura aerea alle truppe siriane di terra, appoggiate dai volontari iraniani. Il portavoce del Cremlino, Valery Peskov ha spiegato così l’intervento russo: «Idlib è un focolaio di terroristi, continuare con questa inazione non porterà a nulla di buono». La Russia ha anche mandato un ammonimento affinché l’Occidente si tenga alla larga e non tenti interventi che potrebbero avere «conseguenze imprevedibili».

Al Palazzo di Vetro dell’Onu tuttavia si stanno vivendo ore di grande angoscia. Il Segretario Generale Antonio Guterres ha mandato un appello alle parti combattenti perché «si tenti di tutto per proteggere i civili». E l’inviato speciale per la Siria Staffan De Mistura, il diplomatico italo-svedese specializzato in “zone calde”, si è offerto di andare personalmente a Idlib per organizzare dei corridoi umanitari e «portare in salvo i tre milioni di civili che vivono nella città», nel nord-ovest del Paese. Il vice ministro degli Esteri di Mosca, Mikhail Bogdanov ha espresso un certo possibilismo davanti alla proposta Onu: «Dobbiamo studiarla nel dettaglio» ha comunicato.

L’ultima roccaforte indipendente dal regime è però anche luogo di rifugio di circa 10 mila elementi dei gruppi terroristici al-Nusra e al-Qaeda. E contro questi la Russia, la Siria e l’Iran dicono di voler condurre la battaglia finale: «Andremo fino in fondo» ha decretato il ministro degli esteri siriano Walid al-Muallim.

La guerra civile siriana è cominciata nel 2011, come ribellione dei sunniti al regime di Bashar Assad. Ha preso una piega favorevole al regime da quando nel 2015 la Russia si è schierata a favore di al-Assad e ha aiutato con i suoi aerei le truppe siriane a riconquistare i territori caduti nelle mani dei ribelli. Poi si è aggiunto anche l’Iran, con truppe volontarie, alle quali si sono uniti volontari sciiti di altri Paesi, come l’Afghanistan, l’Iraq, lo Yemen. Si calcola che sette anni di guerra siano morte almeno 400 mila persone, mentre gli sfollati (in parte emigrati in altri Paesi, ma in Italia sono meno di 4 mila) sono circa 12 milioni.

Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia hanno – in modo intermittente – aiutato una parte dei ribelli, quelli giudicati “moderati”. E hanno lanciato missioni aeree punitive quando il regime siriano ha fatto ricorso ad armi chimiche.

Sulla guerra civile siriana si è poi innestato il cancro dell’Isis, la setta apocalittica che aveva conquistato parte dell’Iraq e della Siria. Contro le falangi terroriste nel 2014 è stata creata un’alleanza internazionale. Lo scorso dicembre l’Isis è stato dichiarato sconfitto.

 

 

 

 

 

 

 
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