L'Avvenire stronca Conte, un «giustizialista» che non alza le pensioni sociali e non arresta la schiavitù dei braccianti

L'Avvenire stronca Conte, un «giustizialista» che non alza le pensioni sociali e non arresta la schiavitù dei braccianti
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 6 Giugno 2018, 15:14 - Ultimo aggiornamento: 15:18
Città del Vaticano – Se il Vaticano continua a mantenere un profilo basso di fronte al governo Conte, nonostante i rapporti fluidi e non mediati che il nuovo premier ha con il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, ad alzare la voce per manifestare dubbi e contraddizioni è un articolato editoriale pubblicato dall'Avvenire.

Va bene seppellire le ideologie, si chiede il quotidiano dei vescovi, ma dopo avere analizzato il programma di governo, dobbiamo arrenderci a considerare morti anche gli ideali? Gli esempi fatti non sono pochi e tutti molto pragmatici. Per esempio perchè non alzare il tetto delle pensioni minime a 780 euro, invece che parlare di reddito di cittadinanza. «Magari prima della flat tax che agevolerà i redditi medio alti». Oppure perchè non menzionare quegli italiani che nel ragusano schiavizzano braccianti immigrati per la raccolta di frutta e verdura. «Dopo tanta giusta severità verso chi delinque, ci si sarebbe aspettati da Conte e da Salvini la richiesta di punizioni esemplari per lo sparatore e, come minimo, l’annuncio di un paio di blitz per arrestare e chiudere finalmente in galera gli italiani proprietari dei terreni dove viene sfruttato il sudore di braccianti migranti e italiani; dove, come accade nel Ragusano, le donne straniere sono ridotte a schiave sessuali». Insomma, il bilancio che fa l'Avvenire sul programma annunciato «dall'avvocato degli italiani», come si era autodefinito il neo premier, non è proprio positivo. Anzi.

Al giornale dei vescovi, per esempio, non sfugge che solo in un passaggio del lungo intervento fatto ieri al Senato vi è un riferimento ai valori costituzionali «mentre tutto il resto dell’intervento assomiglia tanto a una lista di cose da fare, meglio a una lista della spesa». «Pragmatismo e giustizialismo», sentenzia il giornale della Cei.

Infine il tema immigrazione. Altro punto dolente perchè non solo «non si parla di persone che migrano o di persone che salvano e accolgono o aiutano gratuitamente i migranti, ma non c’è alcun ringraziamento per ciò che fanno accanto a noi con noi e per noi qui in Italia, perché c’è posto solo per la falsa narrazione elettorale del business, del marcio di qualche cooperativa ovviamente da perseguire, delle infiltrazioni della malavita altrettanto ovviamente da stroncare». E così pure alla persona Soumaila, uccisa da una fucilata, Conte dedica «nulla più che un commosso pensiero. Un po’ poco per un efferato delitto, un’esecuzione con ogni probabilità commessa da un cittadino italiano, forse per punire l’attività di sindacalista svolta dal maliano nel ghetto di San Ferdinando, dove mille neri vengono sfruttati ogni giorno».  
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