Da via Togliatti a piazza Almirante Sgarbi sindaco pacifica il Novecento

Da via Togliatti a piazza Almirante Sgarbi sindaco pacifica il Novecento
di Simone Canettieri
4 Minuti di Lettura
Sabato 4 Agosto 2018, 14:36 - Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 18:55
«Più pacificazione storica di così. O no?». Da un divanetto nel Transatlantico Vittorio Sgarbi mette in fila l'ultimo sì: «Anche D'Alema ha detto che verrà. Vedrete, sarà un'operazione incredibile». Ad esaltarsi non è il critico d'arte e nemmeno il deputato di Forza Italia. Ma è lo Sgarbi sindaco di Sutri, comune di settemila anime in provincia di Viterbo, che guida tra situazionismo e colpi di tacco mediatici.

A settembre inizierà a sdoganare la guerra toponomastica che puntualmente si riaffaccia tutte le volte che un consiglio comunale vuole intitolare una strada o una piazza a nomi forti, ma ipoteticamente divisivi. Il debutto sarà a metà settembre con una via per Sergio Marchionne. «Ho chiesto una deroga al prefetto - racconta - perché teoricamente bisognerebbe aspettare 10 anni». A celebrare il manager Fiat, ci saranno «Silvio Berlusconi e Antonio Tajani», assicura Sgarbi. «La strada che abbiamo individuato - continua - è quella adiacente al campo da golf, dove vi è una struttura che sarà presto adibita a sede di incontri internazionale sui temi dell'economia e del lavoro».

DESTRA E SINISTRA
Il menù delle intitolazioni è trasversale, ricco e gustoso: ci sarà una via o forse una piazza per Giorgio Almirante con taglio del nastro affidato a Giorgia Meloni («Una risposta - dice Sgarbi - alla scena ridicola che si è vista in Campidoglio con la Raggi»). Ma anche appunto il Corso o forse una rotatoria per Palmiro Togliatti, con Massimo D'Alema presente. Il leader del Msi e il Migliore nello stesso comune, chissà quanto lontani in termini di metri. Sgarbi, con costanza eccentrica di chi segue un obiettivo non comune, ha messo giù un calendario di eventi.

A sinistra c'è il personaggio storico da omaggiare, a destra il suo testimonial o se vogliamo l'erede. O comunque per associazione di pensiero, la persona più a lui riconducibile. Ecco dunque Fiammetta Borsellino per il padre, ma anche lo scrittore Walter Siti per Pier Paolo Pasolini. In questo incastro di storie e luoghi, in una sorta di Monopoli sgarbiano post ideologico ma denso, il giorno in cui sarà inaugurata via Julius Evola ci dovrà essere il giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco, che tanto sa e ha raccontato della destra italiana. Un lampo, un'intuizione. Così come l'idea del critico d'arte di invitare Roberto Saviano per Giovanni Gentile. Benedetto Croce invece avrà un'orazione di Massimo Bray, ex ministro della Cultura e direttore generale della Treccani.

LO SCOPO
Insomma, una mossa pop, che unisce alto e basso, memoria e valore. E lo Sgarbi sindaco - «l'unico lavoro che svolgo perché in Parlamento sono pagato per non fare nulla» - è contento perché riuscirà nel suo scopo: portare turisti. E quindi vita e dunque soldi. Una pubblicità positiva per la sua Sutri, insieme a una serie di mostre e festival provocatori (ha lanciato quello della Cocaina, beccando subito gli strali del collega Maurizio Gasparri). La lista dei nomi e conseguente gioco delle coppie sono così lunghi che rappresentano già il cartellone di una kermesse. Perché ciascuna intitolazione sarà appunto un evento, una lezione, «una pacificazione».

Per esempio: chi meglio del matematico e saggista Piergiorgio Odifreddi per raccontare Enrico Fermi?
A Roma, come si ricorderà, tutte le volte che c'è da intitolare una via a un leader politico forte e caratterizzante del Novecento, scoppia il caos. Per Almirante, la maggioranza M5S in Campidoglio votò sì, poi dopo l'ira funesta di Virginia Raggi non solo tornò indietro, ma addirittura approvò un documento quasi contro il leader della Fiamma tricolore. «Con me non accadrà: io ho i numeri in consiglio comunale», dice divertito Sgarbi. Che dopo l'esperienza in Sicilia a Salemi, ritorna a indossare la fascia tricolore con grande divertimento e slancio quasi dannunziano verso la polemica. La settimana scorsa a George Clooney ha intimato di ritornare a Sutri per pulire il paese «sporcato» durante le riprese di un film. Ne è nato un botta e risposta con la produzione della star americana. Con una proposta ancora senza risposta: «Se ammetterà di aver sporcato e chiederà scusa gli darà la cittadinanza onoraria». Quasi quasi sarà più semplice «pacificare» il Novecento.
© RIPRODUZIONE RISERVATA