L'intento di questo breve viaggio a Ginevra è quello di riuscire a dare una scossa all'unità dei cristiani anche se nella galassia variegata delle confessioni cristiane – ortodossi, riformati, protestanti, cattolici, un mosaico di oltre trecento realtà - l'unità resta una chimera a giudicare dai contrasti esistenti sul piano teologico, o dalla distanza di vedute persino su come rapportarsi con questioni concrete come la difesa dei cristiani in Medio Oriente.
«Troppo facilmente l'impegno ecumenico si arresta davanti alle divergenze che persistono, troppo spesso si blocca in partenza logorato di pessimismo. Le distanze non siano scuse, è possibile già ora cammminare» assieme, ha detto. La strada è quella dei progetti, dell'operatività. «Lavorare assieme, ecco la nostra strada maestra».
Il messaggio che deposita a Ginevra è che i cristiani possano camminare verso «una meta precisa: l'unità. La strada contraria, quella della divisione, porta a guerre e distruzioni». Il mondo «dilaniato da troppe divisioni che colpiscono soprattutto i più deboli, invoca unità».
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