In Polonia è difficile dimenticare che l’anno scorso circa 300 parrocchie di una ventina di diocesi si erano mobilitate in massa proprio per la difesa delle radici cristiane dall'ondata dei migranti musulmani. Avevano organizzato un imponente rosario di riparazione: un serpentone di fedeli di quasi 4 chilometri lungo il confine polacco per lanciare un messaggio e dire basta migranti. Secondo molto osservatori l’iniziativa dei cattolici polacchi era da leggersi anche come una indiretta critica a Papa Francesco per la sua politica aperturista. Qualche tempo dopo l’arcivescovo di Gniezno lanciava un anatema a tutti quei preti che continuavano a contrastare l'arrivo dei migranti. «Sono pronto a sospendere qualunque prete che parteciperà a iniziative sui migranti».
Stamattina il Vaticano non si è dilungato troppo a dare dettagli sul colloquio tra il Papa e il Premier polacco. «Si è parlato di accoglienza dei profughi» e dell’impegno del governo «in favore dei rifugiati dall’Ucraina e nel Medio Oriente». Il primo ministro ha regalato a Francesco la maglia della nazionale polacca per i mondiali di calcio 2018, con la scritta Franciszek e il numero 100, come gli anni dell'indipendenza della Polonia. L’udienza è durata in tutto 37 minuti. Al termine della vistia in Vaticano, Morawiecki ha deposto dei fiori sulla tomba di papa Giovanni Paolo II.
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