Rieti, la Lega denuncia: «Accertare
eventuale casa d’appuntamenti
gestita da immigrati in centro»«

Sebastiani
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Sabato 15 Settembre 2018, 07:19 - Ultimo aggiornamento: 13:26
RIETI - Dopo via Consoni tocca a via Garibaldi: il gran movimento di immigrati e richiedenti asilo all’altezza del civico 149 fa pensare alla presenza di un luogo di culto non autorizzato e, nelle vicinanze, di una casa di appuntamenti per l’esercizio della prostituzione, visto l’andirivieni di uomini e giovanissime donne di colore. La denuncia, circostanziata, arriva dai consiglieri comunali della Lega Andrea Sebastiani (nella foto) e Onorina Domeniconi ed è indirizzata al Questore Mannoni e al sindaco Cicchetti.

Al Questore i consiglieri chiedono se sia possibile «intensificare un’attività di monitoraggio della zona». E alla Prefetto, Reggiani, la convocazione urgente del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Dal sindaco i leghisti reclamano controlli ad hoc sul locale adibito a luogo di culto e magari la chiusura, nel caso non sussistano le condizioni di agibilità e sicurezza. I consiglieri comunali chiamano in causa anche l’Arpa per controllare il livello di rumorosità del locale, specie in concomitanza «dei riti che vi si svolgono, che a volte si protraggono fino alle 4 del mattino» o la domenica, dalle 10 alle 14 circa, «quando il livello di musica e schiamazzi è tale che i vicini devono chiudersi in casa per non sentire».

Con la nota diffusa ieri, Sebastiani e Domeniconi tornano a spostare l’attenzione sul centro storico - da cui pure molti richiedenti asilo erano stati spostati - e in particolare su via Garibaldi: «La concentrazione di immigrati nella zona desta legittime preoccupazioni nei residenti che temono aggressioni o molestie» anche se, precisano, «nulla di grave finora è accaduto».

Resta però la paura di muoversi liberamente, specie di sera, specie per le donne. Nella zona si sarebbe costituito anche un comitato di residenti che chiede di spostare il luogo di culto in periferia. I consiglieri leghisti tornano poi all’attacco delle cooperative che gestiscono i «cas», le strutture di accoglienza dei richiedenti asilo: «Il sindaco si faccia parte attiva con l’Ispettorato del Lavoro per disporre controlli a tappeto sulla regolarità dei contratti dei dipendenti delle cooperative».
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