Le accuse si riferiscono al 2009 e sarebbero già state oggetto di denuncia - nei confronti di Petrangeli - alla procura della Repubblica di Rieti. Procura della Repubblica che, nel testo dei maniefsti affissi, finirebbe sotto accusa per non aver indagato a fondo sulla vicenda denunciata, tanto che Petrangeli - nei manifesti - viene definito «intoccabile».
L'ex sindaco, comunque, già questa mattina si è presentato in procura per sporgere una denuncia e rispetto al mittente dei manifesti ha parlato di «mitomane».
Ma è tutto è fuorché un manifesto anonimo, quello comparso in diversi punti della città contro Simone Petrangeli - per fatti accaduti ai tempi della scissione tra Rifondazione Comunista e Sel - e contro la Procura di Rieti, che su quei fatti - 25mila euro transitati da un conto all'altro con fatture «sospette» - non avrebbe mai indagato a dovere. «Quel manifesto l'ho scritto e fatto affiggere io, come era mio il volantino con lo stesso contenuto che diffusi a giugno dell'anno scorso - dice Orazio De Paola, a lungo militante di Rifondazione comunista - E non sono un mitomane, come leggo che mi accusa Petrangeli: sono uno che finché campo voglio fare la mia battaglia contro i disonesti. Aspetto solo che mi quereli: magari sarà la volta buona che qualcuno vada a vedere come andò quella storia.
Peccato che dopo quasi dieci anni è andato tutto in prescrizione. Io per difendermi non devo far altro che riprendere la denuncia che feci all'epoca, e sulla quale nessuno ha mai indagato. Nel frattempo Simone e tutte le altre persone coinvolte direttamente e indirettamente hanno fatta strada, si sono divisi incarichi: e parliamo delle briciole di Rieti. Non oso pensare che cosa accada a livello nazionale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA