Roma, le monetine di Fontana di Trevi restano alla Caritas fino al 31 dicembre 2018

Roma, le monetine di Fontana di Trevi restano alla Caritas fino al 31 dicembre 2018
di Laura Larcan
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Martedì 3 Aprile 2018, 12:07 - Ultimo aggiornamento: 15:44
Alla fine si è scelta la strada della diplomazia, con il Campidoglio che ha preferito "temporeggiare" come il politico e generale romano Quinto Fabio. Le "contese" monetine della Fontana di Trevi restano alla Caritas. Tutte quante. Almeno fino al 31 dicembre 2018. Lo conferma oggi lo stesso organismo diocesano: «La Giunta capitolina, con la memoria n. 22 dello scorso 29 marzo, ha prorogato fino al 31 dicembre 2018 l'affidamento delle monete di Fontana di Trevi alla Caritas di Roma da destinare a iniziative di solidarietà e assistenza delle persone più fragili. Una scelta che conferma gli indirizzi delle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi 20 anni e che esprime concretamente la solidarietà di tutta la città di Roma verso chi soffre ed è svantaggiato, riconoscendo all'organismo della Chiesa di Roma quella specificità, unica nella città, di intercettare e incontrare le più diverse forme di povertà - cittadini senza dimora, anziani soli, immigrati che non riescono ad integrarsi, malati, minori difficili, famiglie in difficoltà - possibile grazie a una ramificazione territoriale di 139 centri di ascolto parrocchiali presenti in tutti i municipi e quartieri». 

Una soluzione cuscinetto per evitare lo scivolone diplomatico con l'importante ente diocesano, piu' volte "salutato" dallo stesso papa Francesco. Poi, dal primo gennaio 2019 i giochi per spartirsi quel milione di euro in media (di soldini sonanti ripescati ogni anno dall'acqua) si riapriranno. «Ma il Campidoglio arriverà più preparato alla data», garantiscono da Palazzo Senatorio. Rivoluzione a metà, dunque, per le monetine della Fontana gioiello settecentesco di Nicola Salvi. Lo "strappo" con la Caritas è rimandato. Come aveva anticipato il Messaggero, domenica primo aprile sarebbe dovuto scattare il nuovo regolamento capitolino di "raccolta e impiego" del preziosissimo tesoretto della vasca della Dolce Vita, come previsto dalla memoria di giunta firmata a ottobre scorso dal vicesindaco Luca Bergamo e dall'assessore alla Comunita' solidale e alla scuola Laura Baldassarre, togliendo tout cour all'organismo della Cei, dopo anni di storico accordo, gli spicci lanciati dagli irriducibili turisti romantici nel monumento icona di Roma e d'Italia.

Ma il Campidoglio ha scelto nelle ultime ore una soluzione "ponte" last minute. Gli uffici tecnici, in accordo con ragioneria e avvocatura, hanno lavorato alacremente per arrivare ad un provvedimento che trovi ora una mediazione più garbata. Si prende tempo, insomma. L'accordo con la Caritas scade di fatto sabato, ma arriva in extremis la proroga per tutto il 2018 per evitare crisi tra la sindaca Virginia Raggi e la Caritas. Non foss'altro per il clamore mediatico montato negli ultimi due giorni dopo la diffusione della notizia che il Campidoglio avrebbe fatto cassa con le monetine della Fontana di Fellini e Anita Eikberg, togliendo un milione di euro l'anno dalle tasche della Caritas.

L'organismo diocesano, va ricordato, aveva già ricevuto dal Campidoglio una scadenza dell'accordo il 31 ottobre del 2017, poi prorogata al 31 marzo 2018. La Caritas può tirare un sospiro di sollievo per altri nove mesi. Negli ultimi giorni, d'altra parte, i vertici della struttura diocesana avevano più volte chiesto chiarimenti al Comune. Lunedì 19 marzo c'era stato un incontro urgente tra il vicepresidente della Caritas e l'assessore Baldassarre per capire cosa sarebbe successo dopo il 31 marzo. Già. Che succede allora dal primo aprile? Di fatto resta in auge, ma a metà, il regime previsto dalla memoria di giunta Bergamo/ Baldassarre. Le monetine della Fontana di Trevi, come quelle di altre fontane di Roma, vengono raccolte dal personale capitolino e intascate dagli uffici comunali. Ma gli spicci d'oro della vasca del dio Oceano saranno versati alla Caritas.

«Il tesoretto della Fontana di Trevi - precisa la Caritas - in questi anni è diventato pasti erogati nelle mense sociali a quanti, seppur in estrema indigenza, non presentano le caratteristiche per l'assistenza; servizi di ascolto, assistenza e accoglienza che per diversi motivi non possono godere di altri sovvenzionamenti; progetti portati avanti con i servizi sociali territoriali: sostegni per la spesa alimentare, per il pagamento delle utenze domestiche, per l'affitto e per il mutuo, iscrizioni scolastiche, spese mediche, rimpatrio di salme, progetti di microcredito.
Interventi di carità diffusa che difficilmente potrebbero trovare finanziamenti diversi, soprattutto se derivanti da fondi soggetti a bando e con rendicontazioni specifiche. Quanto raccolto dalla Fontana di Trevi rappresenta in parte un fondo per casi disperati, quelli che pur non rientrando in alcuna 'categorià, costituiscono l'aspetto più problematico del disagio: sono 'gli ultimi tra gli ultimì».


Nel frattempo diventerà operativo lo speciale gruppo di lavoro, che farà sempre riferimento all'assessorato della Baldassarre e di Bergamo, e che si impegnerà a studiare nei prossimi mesi le possibili soluzioni per riassegnare il tesoretto della Fontana di Trevi. La memoria di giunta era chiara: ridistribuire le risorse a quei progetti charity presentati e approvati dalla speciale commissione. I prossimi mesi serviranno per trovare la mossa piu' strategica sulla scacchiera della solidarietà.
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