Barberio Corsetti: «Roma torni nelle mappe della cultura»

Giorgio Barberio Corsetti, neodirettore del Teatro di Roma, e Francesca Corona, consulente per l'India
di Simona Antonucci
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Mercoledì 13 Marzo 2019, 00:34
«Non sarà una Stazione Termini del teatro con spettacoli che vanno e vengono. Ma il teatro della Capitale, una Capitale europea: centro culturale della città e punto di riferimento per altri Paesi». Giorgio Barberio Corsetti, nuovo direttore del Teatro di Roma, si presenta: «Ho trovato, oltre alle chiavi dello studio, entusiasmo e collaborazione. Siamo pronti per questa nuova avventura». Insieme con lui, durante il suo primo incontro pubblico all’Argentina, il presidente Emanuele Bevilacqua, Francesca Corona, consulente artistica per la programmazione del Teatro India, il vicesindaco di Roma Luca Bergamo. 

Uno sguardo internazionale per una squadra che si è formata tra Roma e il resto del mondo. Francesca Corona, che ha fondato il Festival Short Theatre, ha lavorato a Marsiglia, Parigi, Toulouse e ha accompagnato artisti italiani nella loro progettualità internazionale. Giorgio Barberio Corsetti, attore, autore e regista, direttore della Biennale teatro, consulente di Musica per Roma, ha presentato i suoi spettacoli di prosa o lirica, circo e video-arte da Tokyo a Palermo, da Parigi a Venezia.

Un cartellone ancora in divenire, a giugno i primi nuovi titoli per la stagione 2020 («Il calendario del 2019 è stato già creato dall’ex direttore Antonio Calbi, possiamo soltanto ipotizzare interventi che lo affianchino»), ma gli obiettivi da raggiungere sono chiari e condivisi. «Il Teatro di Roma dovrà essere in stretta connessione con l’India e con Villa Torlonia. Corrisponderanno a un unico progetto, con proposte diverse o anche intercambiabili, per arrivare a creare dei luoghi aperti sempre in grado di accogliere pluralità di pensiero e di linguaggi dalla città e dall’estero».

Roma, spiegano, deve ricomparire nella mappa culturale. «Abbiamo già viaggiato in Francia, Belgio, Portogallo per intercettare la grande drammaturgia internazionale e convogliarla qui», ha aggiunto Barberio Corsetti, «I rapporti ci sono, grazie anche al mio lavoro. Certo all’estero i teatri si muovono con molto anticipo. Noi purtroppo arriviamo sempre all’ultimo momento, con il coltello tra i denti».

Un occhio alle istituzioni e ai grandi festival, ma anche attenzione al territorio. «Se non si pensa al miglioramento dell’accoglienza dell’India», spiega Francesca Corona «è completamente inutile parlare di tutto il resto». E quindi insieme con le linee artistiche si affrontano i problemi strutturali. «Stiamo incrementando le risorse per adeguare le attrezzature», spiega il presidente Bevilacqua, «ma anche studiando la nascita di un posto per la ristorazione e l’accoglienza. E magari ripristinare le pensiline che una volta guarnivano l’ingresso». E annunciano: «Il Burcardo verrà reinserito nel circuito delle Biblioteche di Roma, un posto bellissimo che sarà di nuovo a disposizione, compreso il cortile di collegamento».

Quanto al Valle «Stiamo aspettando gli esiti di un bando internazionale», dice il vicesindaco Bergamo, «ed entro fine anno avremo il progetto definitivo per la ristrutturazione, le trasformazioni per l’impiantistica e norme di sicurezza.
Il nostro impegno», assicura, «è quello di mettere il teatro in funzione alla fine del nostro mandato». 
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