Enzo Biagi, Rai3 ricorda il giornalista rimanandando in onda i suoi programmi

Il giornalista e scrittore Enzo Biagi
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Domenica 24 Febbraio 2019, 21:01
Rai3 ricorda Enzo Biagi riproponendo alcuni dei suoi programmi più importanti. Dopo “Cara Italia”, domani alle 15.20, è la volta di “Giro del mondo”, otto puntate realizzate nel 2001. Quell’anno il grande giornalista andò a trovare alcuni scrittori tra i più letti e amati perché parlassero di sé e della loro gente: si inizia lunedì 25 febbraio con Luis Sepulveda (Quell’altro mondo); quindi Jostein Gaarder (Il grande Nord); Gunter Grass (Germania, un amore giovanile), Jean d’Ormesson (Dolce Francia); John Le Carré (Inghilterra: La guerra delle spie), Wilbur Smith (Il Sudafrica); Aleksandra Marinina (Russia: delitto e castigo); Michael Crichton (Vivere per scrivere). In ogni puntata l’autore Loris Mazzetti incontra altrettanti scrittori italiani: Pino Cacucci (Luis Sepulveda); Erri De Luca (Jostein Gaarder); Michela Murgia (Gunter Grass); Francesco Guccini (Jean d’Ormesson); Pino Corrias (John Le Carré); Valerio Massimo Manfredi (Wilbur Smith); Grazia Verasani (Aleksandra Marinina); Massimo Gramellini (Michael Crichton).

Un modo per rievocare alcune vicende del Novecento: «quelli che pomposamente si chiamano eventi, mentre quasi sempre si tratta di disgrazie» afferma Biagi. Il titolo potrebbe far pensare ad un programma ispirato dalla geografia ma non lo è, piuttosto dalla storia. «C’è una specie di atlante di questo Secolo con dei nomi che hanno coinvolto l’umanità da Sarajevo a Danzica, o se si vuol parlare di stragi dai centomila morti di Dresda ai desaparecidos sudamericani». Anche in «Giro del mondo» Biagi ha cercato storie e protagonisti per raccontare, come ha fatto sempre, da grande cronista qual era, le vicende di un popolo. Rivedere a distanza di diciotto anni il suo programma ci fa capire che nulla è cambiato e i problemi che le persone affrontavano allora sono gli stessi che si affrontano oggi. 

Dopo aver realizzato “Giro del mondo” Enzo Biagi commentò: «Se dovessi tracciare un bilancio sentimentale, direi che ho capito che tutti gli uomini piangono nello stesso modo e che il sentimento che detesto di più - sono un buon conoscitore di Auschwitz e dintorni - è il razzismo. Che sta tornando di moda». 
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