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Benetton nella bufera, ma su Autostrade anche il governo ha i suoi problemi

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Luciano, Giuliana e Gilberto Benetton

Benetton sempre nella bufera. Non sembrano sufficienti a placarla né le condoglianze ufficiali della famiglia di Ponzano. Né le scuse dei top manager di Autostrade per la freddezza manifestata nelle ore successive al crollo del ponte Morandi che ha causato 43 vittime a Genova. Stesso discorso per il mezzo miliardo di euro messo a disposizione per le famiglie delle vittime, degli sfollati e per ricostruire il viadotto in otto mesi.

Social in rivolta anche per il fatto che ai Benetton sarebbe stato riservato un trattamento di favore da parte di alcuni importanti organi di stampa dove naturalmente le loro aziende fanno pubblicità. In sostanza, in molti articoli e commenti sulla tragedia genovese, il nome della famiglia non sarebbe mai apparso in collegamento con Autostrade per l’Italia di cui è l’azionista di riferimento. Senza dimenticare i velenosi commenti al tradizionale pranzo di Ferragosto dei Benetton: l’avrebbero tenuto a Cortina con decine di invitati poche ore dopo la tragedia.

Benetton: chi controlla chi?

Ma anche il governo ha i suoi problemi dopo l’annuncio dell’inizio dell’iter di ritiro della concessione ad Autostrade. I Benetton avrebbero già schierato un’agguerrito team di avvocati, tra cui l’ex ministro della Giustizia Paola Severino. E adesso emerge che qualcuno al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti doveva controllare l’operato della società dei Benetton. E qui le cose si complicano. Perché se saranno appurate delle omissioni nella manutenzione da parte di Autostrade, probabilmente ce ne saranno pure da parte di chi doveva verificarne l’operato nell’interesse pubblico.

Rischio burocrazia

Altro punto. Supponiamo che la decisione del governo venga attuata fino in fondo. Siamo sicuri che lo Stato, con Anas e ministeri vari, sia in grado di gestire la situazione da subito, appaltando per esempio il nuovo ponte Morandi sull’A10 alla velocità della luce? Oltretutto, nel frattempo, servono le verifiche sulla moltitudine di infrastrutture costruite negli Anni 50-60. Viadotti e ponti della rete autostradale e della viabilità ordinaria, diventati un’emergenza dopo la tragedia di Genova.
Cosa vogliamo dire? Che la burocrazia, la Pubblica amministrazione, con le sue ruggini, le sue lentezze e le sue inadempienze è una delle grandi malattie del nostro Paese. E forse la falange dei nuovi nazionalizzatori (vedi anche il caso Alitalia) se ne sta dimenticando.

 

 

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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