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“I bambini di Teheran''

Incontro in Sala Carmi con Farian Sabahi. Daniel Reichel e Gabriele Levy

Tre testimoni del nostro tempo, per un incontro dove letteratura, storia e arte perdono i propri confini. E' così che si può definire l'incontro con “I bambini di Teheran” previsto domenica 11 novembre alle ore 15 alla Comunità Ebraica di Casale Monferrato.

 

Al centro dell'evento, in sala Carmi, c'è Farian Sabahi (foto), storica e giornalista italo-iraniana che ha raccolto e raccontato una storia straordinaria. Insieme a lei Daniel Reichel, giornalista di diverse testate del mondo ebraico italiano.

All'appuntamento sarà presente anche Gabriele Levy, artista italo argentino che commenterà l'ultima opera realizzata per il Museo Ebraico di Casale.

 

Il progetto di Farian Sabahi riguarda una vicenda poco nota, risalente alla Seconda guerra mondiale, che lega, con un unico filo, la Polonia, Iran e Israele. E' una video installazione di circa trenta minuti, poetica, delicata e dirompente, drammaticamente veritiera nei suoi aspetti storici. Al visitatore rammenta uno dei periodi più bui dell’Europa del XX secolo, ma anche una storia di accoglienza, di quando fu proprio l’Iran a farsi carico dei profughi polacchi, ebrei e cattolici, provenienti dall’Europa. I quattro protagonisti della storia raccontano di come scapparono dalla Polonia invasa dai tedeschi verso la Polonia occupata dai sovietici. Da qui furono deportati nei campi di lavoro in Siberia, poi in Uzbekistan, in orfanotrofi spesso gestiti da istituzioni cattoliche. Arrivarono a Teheran che il 25 agosto 1941 fu invasa dalle truppe britanniche e sovietiche, qui si fermarono oltre un anno e per questo sono chiamati i Bambini di Teheran. A unire le vicende personali dei quattro protagonisti, consapevoli di essere scampati all’Olocausto e della fortuna di aver ritrovato le famiglie in Israele, è la voce fuori campo di un quattordicenne, che a ogni tappa di questo lungo viaggio ricorda al pubblico le vicende storiche di quel periodo.  

L’artista torinese-israeliano Gabriele Levy, invece presenterà la sua opera “Site specific” realizzata per i Musei Ebraici di Casale Monferrato, installata il 23 settembre, in occasione della Giornata Europea del Patrimonio.  Levy è famoso per il suo lavoro con le lettere ebraiche realizzate in terracotta e ceramica.  La nuova opera è la scritta  V’AHAVTA LEREIECHA KAMOCHA “Ama il prossimo tuo come te stesso” costituita da lettere ebraiche in alabastrino, un messaggio che attraversa le religioni e parla l'universale linguaggio della pace.   

FARIAN SABAHI è nata ad Alessandria nel 1967 da madre piemontese e padre iraniano. Scrittrice e giornalista specializzata sul Medio Oriente e in particolare su Iran e Yemen, con un’attenzione particolare alle questioni di genere. Durante la guerra in Kosovo, Farian ha realizzato l’installazione BornBlind sui bambini nati dagli stupri, opera multimediale interattiva realizzata con l’artista torinese Ennio Bertrand.  È autrice del testo per il teatro Noi donne di Teheran (Mimesis, Milano 2013) e di altri volumi tra cui l’intervista Il mio esilio. Shirin Ebadi con Farian Sabahi (Zoom Feltrinelli 2014), i saggi Storia dello Yemen (Bruno Mondadori 2010) e Storia dell’Iran 1890-2008 (Bruno Mondadori, Milano 2003-2005-2009), i reportage Un’estate a Teheran (Laterza, Roma 2007, prefazione di Sergio Romano) e Islam: l’identità inquieta d’Europa. Viaggio tra i musulmani d’Occidente (Il Saggiatore, Milano 2006, prefazione di Ferruccio De Bortoli) e il saggio The Literacy Corps in Pahlavi Iran 1963-1979 (Ed. Sapiens, Lugano 2002). Ha conseguito il dottorato in Storia dell’Iran presso la School of Oriental and African Studies di Londra e insegna il seminario “Relazioni internazionali del Medio Oriente” all’Università della Valle d’Aosta. Scrive regolarmente sul Corriere della Sera, sul settimanale Io Donna e per il Manifesto. Per vent’anni ha recensito libri sul Medio Oriente e l’Islam sulle pagine di cultura del Sole24Ore. Collabora con Rai Uno, RaiNews24, BBC Persian e Radio Popolare.