Nicola Zingaretti ha vinto le elezioni regionali in Lazio

La sua vittoria è rimasta incerta per diverse ore, perché il suo vantaggio sugli altri candidati è ridotto: probabilmente non avrà la maggioranza assoluta nel Consiglio regionale

Roberto Monaldo / LaPresse
Roberto Monaldo / LaPresse

Il candidato del centrosinistra e presidente uscente Nicola Zingaretti ha vinto le elezioni regionali del Lazio. Mentre lo scrutinio dei voti per le elezioni politiche è iniziato subito dopo la chiusura dei seggi, alle 23 di domenica 4 marzo, quello dei voti delle elezioni regionali è cominciato solo alle 14 di lunedì 5 marzo, ed è ancora in corso. La vittoria di Nicola Zingaretti è rimasta incerta per diverse ore, perché il suo margine di vantaggio rispetto a Stefano Parisi e Roberta Lombardi, candidati del centrodestra e del Movimento 5 Stelle, è piuttosto ridotto. Con 5.244 sezioni scrutinate su 5.285 Zingaretti è attualmente al 33,9 per cento circa, mentre Stefano Parisi del centrodestra è al 31,3. Roberta Lombardi, candidata del Movimento 5 Stelle, si è fermata al 27,9 per cento circa.

Nella tarda serata di ieri Nicola Zingaretti, a scrutinio non ancora concluso, ha detto che «per la prima volta nella storia del Lazio un presidente è stato confermato». Facendo riferimento ai risultati delle politiche ha aggiunto che il suo successo in regione è arrivato «dopo la più devastante sconfitta nella storia del centrosinistra» che è stato sconfitto anche in Lombardia dove le regionali sono state vinte da Attilio Fontana, della Lega. Zingaretti ha 52 anni, e nel 2013 vinse le elezioni regionali con il 40 per cento dei voti, battendo di più di dieci punti il suo rivale di centrodestra, Francesco Storace. Ex segretario della sinistra giovanile e fratello dell’attore Luca Zingaretti, prima di diventare presidente della regione era stato presidente della provincia di Roma, eurodeputato e segretario della Sinistra Giovanile. È considerato un esponente della sinistra del PD, molto apprezzato anche dai fuoriusciti dal partito confluiti in Liberi e Uguali che hanno appoggiato la sua candidatura invece di presentarne una alternativa.

Zingaretti ha ottenuto in generale il maggior numero di voti (poco più di 1 milione e 12 mila) e, nello specifico, ha superato gli altri candidati nella circoscrizione di Rieti e di Roma. Parisi è invece andato meglio a Viterbo e a Frosinone. A Latina, dove lo spoglio si è concluso, Zingaretti è arrivato terzo dopo Parisi che ha ottenuto più del 40 per cento dei voti e dopo Lombardi che è al 27,43.

La nuova legge elettorale regionale del Lazio (approvata nel 2017) assegna l’80 per cento dei seggi, cioè 40 posti, con il sistema proporzionale e il 20 per cento dei seggi (cioè 10) attraverso il premio di maggioranza a chi è arrivato primo. Il Corriere della Sera ha spiegato che per arrivare ad avere un governo stabile sarebbe necessario arrivare almeno al 36 per cento delle preferenze», soglia che Zingaretti ha superato solo a Roma Capitale, ma non in altre province. Il rischio è dunque che Zingaretti si trovi «senza un numero di consiglieri sufficienti per un governo stabile. Così la nuova maggioranza potrebbe passare da un difficile accordo».

Il candidato arrivato secondo, Stefano Parisi, è stato sostenuto da tutto il centrodestra: Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Il problema principale di Parisi è stata la presenza di un avversario interno alla destra, in grado di raccogliere il consenso più radicale ed estremista di cui in passato hanno goduto i candidati di quest’area politica nel Lazio: Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice e fondatore della lista di destra radicale “Sergio Pirozzi presidente”, ha ottenuto per ora il 4,93 per cento dei voti.

Gli altri candidati e candidate, Mauro Antonini di CasaPound, Elisabetta Canitano di Potere al Popolo, Jean Leonard Touadi della lista di Beatrice Lorenzin, Giovanni Paolo Azzaro della Democrazia Cristiana e Stefano Rosati della lista civica “Riconquistare l’Italia” non hanno superato la soglia di sbarramento fissata al 3 per cento del totale regionale dei voti per le liste. Secondo i sondaggi Casa Pound era intorno al 4 per cento, cioè oltre la soglia di sbarramento: per ora si è invece fermata a poco meno del 2.