Il cibo e quello che ci sta intorno

A Bologna c’è la quinta edizione della biennale Foto/Industria, con mostre che parlano di industria alimentare, pesca, mercati, quello che produciamo e che mangiamo

ANDO GILARDI Giovani donne portano zucche sulla testa. Dalla fotoinchiesta di Gilardi sulla sindacalizzazione dei braccianti agricoli. Qualiano (Napoli), ottobre 1954. © Fototeca Gilardi

Fino al 28 novembre a Bologna si potrà visitare la quinta edizione della biennale Foto/Industria, un evento dedicato alla fotografia in ambito industriale organizzato dalla Fondazione MAST. Foto/Industria si sviluppa in 11 mostre, di cui 10 allestite in diversi edifici storici della città, e una, Fototeca, nella sede del MAST, che durerà invece fino al 2 gennaio 2022. Il titolo dell’edizione, che come ogni anno ne definisce i temi, è FOOD: parla di “industria alimentare e del suo impatto sul territorio; il rapporto tra alimentazione e geografia; la meccanizzazione della coltivazione e dell’allevamento; l’alimentazione organica e naturale; i mercati e le tradizioni locali; la pesca nei mari e nei fiumi”.

La mostra ospitata al MAST raccoglie i reportage fotografici dell’italiano Ando Gilardi sul tema dell’alimentazione, a partire dalle inchieste che realizzò tra gli anni Cinquanta e Sessanta e continuando con gli altri materiali raccolti poi nell’archivio Fototeca Storica Nazionale, che fondò nel 1959. Altre due mostre sono dedicate ad artisti italiani: Fisheye di Maurizio Montagna, un progetto sul fiume Sesia e la sua valle; Money Must Be Made di Lorenzo Vitturi, che ha fotografato e raccolto cibi e materiali a Balogun, un grande mercato di strada a Lagos, in Nigeria.

Ci sono poi: una mostra dedicata ai lavori che Hans Finsler realizzò nel 1928 su commissione dell’azienda dolciaria Most, con le immagini che hanno per protagonisti cioccolato e marzapane; la serie del fotografo dell’agenzia Magnum Herbert List sulla mattanza dei tonni a Favignana nel 1951; le intersezioni tra cibo e vita quotidiana delle persone in Factory of Original Desires di Bernard Plossu.
L’esposizione di Mishka Henner parla del rapporto tra uomo, animali e tecnologia in relazione ai processi di consumo tramite, ad esempio, gigantografie di immagini di Google Earth raffiguranti allevamenti di bovini. È possibile visitare la mostra con due progetti del giapponese Takashi Homma, M e Trails: il primo sui McDonald’s nel mondo e il secondo sulla caccia dei cervi in Giappone e le tracce di sangue lasciate tra le montagne dell’isola di Hokkaido durante la pratica. Food di Henk Wildschut è il risultato di una ricerca sull’industria alimentare realizzata tra 2011 e 2013 “concentrata in particolare sulle più avanzate tecnologie del settore, dagli allevamenti con decine di migliaia di animali alle serre in cui si cerca di accelerare la crescita delle piante, fino ai laboratori delle Università in cui si studiano gli organismi più nutrienti e resistenti”. Per finire con le nature morte di Jan Groover e il progetto di Vivien Sansour sulla salvaguardia di alcune varietà di semi in Palestina.

Altre informazioni sulle sedi di ciascuna mostra, gli orari e il programma di incontri e visite guidate che accompagna Foto/Industria si possono trovare sul sito dell’evento.