Bologna, Dario Argento all'Ambasciatori per parlare del suo libro

"Il remake del mio Suspiria? Di solito non sono un granché rispetto all’originale"

Uno dei racconti che compongono la raccolta “Horror” è ambientato nella Galleria degli Uffizi a Firenze. Dario Argento parla con Samuele Bersani del libro lunedì alle 18 all’Ambasciatori

Uno dei racconti che compongono la raccolta “Horror” è ambientato nella Galleria degli Uffizi a Firenze. Dario Argento parla con Samuele Bersani del libro lunedì alle 18 all’Ambasciatori

Bologna, 12 maggio 2018 - Le vie della paura sono infinite. E attraversano luoghi che si nutrono di un’apparente normalità. Come la Galleria fiorentina degli Uffizi o una città algida come Merano o una biblioteca storica romana. Lo sa Dario Argento che dei delitti e delle pene tratta dal 1970 de L’uccello dalle piume di cristallo, che ha frequentato per anni la metà oscura, che ha osato ‘ambientare’ i suoi delitti anche in una piazza affollata e in pieno sole.

Alcune di queste paure le ha trasportate in una raccolta di racconti – Horror-Storie di sangue, spiriti e segreti (Mondadori) – che viene a presentare lunedì alle 18 alla libreria Coop Ambasciatori in dialogo con Samuele Bersani.

Sangue, spiriti e segreti che non hanno trovato la via del cinema e si sono materializzati sulla carta?

«Non erano idee cinematografiche abortite prematuramente, sono cose create ex novo. Ho subito pensato di scrivere un libro con racconti originali che naturalmente appartengono al mio mondo».

Dall’Italia ai confini del mondo...

«Sono partito dai luoghi: questo è un libro di luoghi che ho frequentato e che conosco bene. Gli Uffizi, la Biblioteca Angelica di Roma, Villa Palagonia detta la ‘villa dei mostri’ a Bagheria, Merano dove andavo in vacanza da bambino... fino a Singapore. Su questi luoghi ho fantasticato creando queste storie».

Lei è un viaggiatore, non solo nei meandri della psiche umana ma anche per territori geografici. E viaggia preferibilmente solo.

«Viaggio da solo. Sì. Di solito la compagnia ti fa piacere, indubbiamente. Ma quando sono in giro nel mondo, la solitudine mi aiuta a riflettere, a pensare, a guardare con più profondità sia i luoghi che le persone, a capire meglio i discorsi che ti circondano».

Il lungo viaggio la sta riportando sul set?

«Ho qualche progetto: uno serie per la tv americana sulle paure quotidiane di oggi, quelle paure anche profonde che ho esplorato in tanti film. Poi dovrei fare un film... mi è stato proposto... ma non so. Sono abbastanza lento nel decidere il da farsi».

Il suo cinema è già ‘storicizzato’. Luca Guadagnino ha girato il remake di ‘Suspiria’...

«Bisognerà vedere cosa ne pensa il pubblico. Di solito i remake non sono un granché rispetto all’originale».

Si sente sottovalutato dalla critica italiana? Del resto sarebbe in buona compagnia...

«Nel libro in quarta di copertina abbiamo messo una frase molto carina di Guillermo Del Toro... in America ho tanti estimatori così come in Francia. Semplicemente non me ne curo e vado avanti per la mia strada come ho sempre fatto».

Il cinema italiano di genere, commedia a parte, è sparito.

«Forse perché la commedia è più facile, ha più successo, non impegna lo spettatore, si ride... una cosa pacchiana... costa anche di meno».

Il suo film più incompreso?

«Forse Inferno. Sì, direi che è stato quello meno capito. Il film trattava temi alchemici, era pieno di enigmi, misteri e questo forse ha confuso. Quando non c’è troppa luce la gente si disorienta».

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