Inchiesta migranti, nuove intercettazioni di Patrizia Impresa

L'ex prefetto di Padova non è indagata. Nell'inchiesta si ipotizzano i reati di turbativa d’asta, frode, truffa, concussione per induzione

L'inchiesta riguarda la gestione dell'accoglienza dei migranti a Padova

L'inchiesta riguarda la gestione dell'accoglienza dei migranti a Padova

Bologna, 1 settembre 2018 – Proseguono le indiscrezioni sull'inchiesta che ha sfiorato l'attuale prefetto di Bologna, Patrizia Impresa, sulla gestione dei migranti nella provincia di Padova. Nell’inchiesta si ipotizzano i reati di turbativa d’asta, frode nelle forniture pubbliche, truffa, concussione per induzione, rivelazione di segreti d’ufficio e falso ideologico, per cui sono indagati, a vario titolo, Aversa, l’allora funzionaria della Prefettura padovana Tiziana Quintario (oggi a Bologna), e i tre vertici della coop Edeco (ex Ecofficina), che gestisce l'accoglienza dei migranti in Veneto. Impresa non è indagata ma è comunque stata intercettata al telefono con gli indagati.

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E sarebbe stata lei ad avvertire Simone Borile, responsabile della Edeco, di una perquisizione nel centro di Bagnoli da parte dei carabinieri su ordine del pm Federica Baccaglini. Lo riporta oggi il Mattino di Padova. Impresa, che è stata prefetto di Padova, parlando con il suo vicario, avrebbe detto: “Vuoi avvisare....”. Aversa le avrebbe risposto: “Ecofficina...Lo devo avvisare”, riferendosi a Borile. “Eh..io direi di sì! - la replica di Impresa - Questi stanno arrivando...se non è già arrivata una squadra di ...di agenti speciali... quelli del lavoro”.

E Impresa si dimostrerebbe preoccupata del futuro della cooperativa anche in un'altra intercettazione, quando parla della presenza delle forze dell'ordine, chiamati nel dicembre 2016 dal pm Federica Baccaglini per accertare le condizioni di vita dei migranti nel centro di accoglienza di Bagnoli. “Sono preoccupata nel senso che secondo me loro hanno deciso che questa cooperativa la devono distruggere in qualche modo... è come se... si tirasse fuori una sorta di connivenza della Prefettura... cioè capito... dice tu... Prefettura... avete fatto un contratto... avevamo il dovere di vigilare... non so questi che cosa possono andare a scoperchiare i subappalti... oppure se ci sono altre cose, non lo so... speriamo di no”.

In difesa di Impresa e degli prefetti che si sono trovati in prima linea a gestire un'emergenza – quella degli arrivi dei migranti – spesso senza la collaborazione di sindaci e della popolazione, si erge Antonio Corona, presidente di Ap-associazione prefettizi.

“Tutti i Prefetti sul territorio, alla pari del Prefetto Impresa, e rispettivi collaboratori, si sono trovati a doversi produrre in autentici salti mortali per dare esecuzione alle pressanti richieste degli Uffici del Viminale, a loro volta sottoposti ad analoghe insistenze, di dare, subito e comunque, una sistemazione a contingenti di migranti, in costante e allarmante aumento, in approdo alle coste nostrane”, sottolinea Corona. “I prefetti – prosegue - hanno di fatto dovuto supplire e sopperire, da un giorno all'altro e senza alternative, a gravi criticità e inadeguatezze di uno Sprar (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) immaginato per fare fronte a qualche migliaio di persone, non a centinaia di migliaia”. Per Corona, “ai prefetti andrebbe piuttosto appuntata una medaglia sul petto per essersi dimostrati ancora una volta pronti e affidabili, persino anche, come nelle iniziative per l'accoglienza dei migranti, al di là di ogni legittima aspettativa”.

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