Bologna, striscione di 40 metri in via Zamboni contro il ministro Matteo Salvini

E’ stato affisso all’ora di pranzo dal collettivo che, lungo via Zamboni, ha agganciato anche un manifesto con un mirino sul volto del leghista

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Bologna, 27 settembre 2018 - - Uno striscione di 40 metri contro l’attuale ministro dell’Interno Matteo Salvini. Con un messaggio inequivocabile: “Salvini, Bologna ti odia! No al razzismo”.

È stato affisso oggi all’ora di pranzo dal Collettivo universitario autonomo (Cua) di fronte alla Facoltà di Italianistica di via Zamboni 38.

Gli attivisti, una ventina in tutto, lo hanno srotolato rivendicando le ragioni al megafono e accendendo i fumogeni.

“Abbiamo voluto sottolineare quella che secondo noi é una caratteristica della città di Bologna: schifare certe politiche razziste e xenofobe - spiega Sebastiano del Cua - negli ultimi mesi abbiamo visto un’escalation, sia a livello politico che di aggressioni all’interno della società, del suprematismo bianco e del razzismo”.

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Inoltre, una protesta contro l’approvazione di pochi fa in Consiglio dei ministri del decreto Salvini, “una radicalizzazione nel solco di Minniti: attaccare i migranti e attaccare i poveri”.

Oltre allo striscione, é stato affisso sotto al portico un manifesto con un mirino sul volto di Salvini. Sopra, la scritta “assassino” e sotto “prendilo di mira”. Parole che pero’, precisa il Cua, “non significano che vogliamo letteralmente prendere Salvini di mira e sparargli, ovviamente, ma significa riconoscersi nei valori della dignità e della solidarietà e tra gli ultimi, disconoscendo i livelli della razza che mettono i poveri contro quelli più poveri di loro e disprezzare una politica di odio e xenofobia”.

Inoltre, “secondo noi é giusto sottolineare la complicità dell’Università“. Questo é il senso del volantino “degrado” affisso poco più in là in via Zamboni, che raffigura l’immagine del rettore Francesco Ubertini che dà la mano “alle mani sporche del sangue dei migranti morti nel Mediterraneo” di Salvini (quando non era ancora ministro, ndr), “che venivano strette sorridendo”, per denunciare la “complicita’ del rettore nell’ascesa di questo leader razzista e xenofobo”.

 

Il ministro Salvini: "Che pena, i soliti figli di papà"

Non si è fatta attendere la replica del ministro Matteo Salvini, sempre moto attivo sui social, che ha dato sfogo a Facebook per la risposta al collettivo. "A Bologna, i soliti figli di papà dei centri a-sociali mi mettono un mirino addosso con la scritta Assassino. Che pena. Credo che qualche mese di servizio civile o militare gli farebbe proprio bene, che ne pensate?». 

 

Il sottosegretario Borgonzoni: "Auspico sia aperto un fascicolo e il Cua allontanato dalla città"

"Auspico sia aperto immediatamente un fascicolo nei loro confronti e, una volta per tutte, allontanati dalla città". Così, in una nota, la senatrice leghista e sottosegretario ai Beni culturali, Lucia Borgonzoni commenta striscione e manifesti dagli aderenti al Cua-Collettivo universitario autonomo. È «inaccettabile e non più tollerabile - aggiunge - quello che sta accadendo in zona universitaria per mano del Cua ed è inutile che facciano assurde specifiche sui loro intenti - conclude -: hanno stampato manifesti con un mirino sul volto del Ministro degli Interni e Vicepremier». 

Anche la Lega reagisce duramente alla provocazione del collettivo, sostenendo che i manifesti in cui viene ritratto Salvini al centro di un mirino, sono "istigazione a delinquere". Lo sostiene Umberto Bosco, consigliere comunale della Lega, che chiama in causa il rettore dell'Alma Mater di Bologna, Francesco Ubertini, perche' prenda provvedimenti anche lui contro gli attivisti del collettivo.

"Per quanto di penalmente rilevante si e' verificato- afferma Bosco- ci penseranno inquirenti e magistrati. Ma e' giunto il momento che il Magnifico Rettore prenda magnifici provvedimenti nei confronti dei responsabili. Da troppo tempo l'Alma Mater tollera e protegge questi facinorosi, i risultati sono appesi in via Zamboni", attacca Bosco.

Sulla vicenda interviene anche il sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone, numero uno del Carroccio in Romagna. " Bologna non e' questo- afferma- e non puo' essere rappresentata da qualche fomentatore d'odio dei centri sociali, che non sa come passare il proprio tempo. Matteo Salvini e' il nostro ministro dell'Interno e sta svolgendo il proprio lavoro per il bene dei cittadini".

 

Il sindaco Merola: "Bologna non odia nessuno"

«Bologna non odia e non minaccia nessuno. Chi lo fa è contro Bologna. Io certo non condivido la politica di Salvini, ma non ho bisogno di usare parole d'odio». Lo ha scritto su Twitter il sindaco di Bologna Virginio Merola, commentando anche lui lo striscione che raffigura il ministro dell'Interno nel mirino.

 

Il senatore Casini: "Merola interpreta bene i sentimenti della città"

"Merola ha interpretato correttamente i sentimenti della città: solo chi non conosce Bologna pensa che la nostra città possa odiare qualcuno". A dirlo é il senatore Pierferdinando Casini, che commenta così la presa di posizione del sindaco di Bologna contro lo striscione appeso dal collettivo Cua in zona universitaria. "Bologna non odia nessuno- aggiunge Casini- peraltro, questi centri sociali sono gli stessi che sfilavano contro Minniti, usando analoghi slogan".

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