Vitalizi, ecco gli assegni che ora rischiano la scure

Parlamento, ecco i veterani nel mirino

La camera dei deputati

La camera dei deputati

Ferrara, 4 aprile 2018 - Vitalizi, pensioni, reversibilità. Ogni mese, da Montecitorio e da palazzo Madama vengono staccati cospicui assegni a favore di ex parlamentari ferraresi (e degli eredi aventi diritto per legge). Dal 2013, per la verità, la riforma ha già tagliato cospicue indennità – ed a farne le spese sono stati, fra gli altri, anche i parlamentari usciti dall’aula dopo il voto del 4 marzo –, ma nel lungo elenco degli aventi diritto non mancano nomi di spicco. Il vitalizio più consistente, ad esempio, spetta a Vittorio Sgarbi (appena rieletto, presumibilmente questa indennità è congelata), con 5007,26 euro; subito dietro di lui, l’ex parlamentare socialista Giuseppe Albertini, già sindaco di Cento, alla Camera dal 1992 al 2006.

Poco meno di cinquemila euro al mese (per la precisione 4.992,22) per Antonio Rubbi, figura storica del Pci estense. Ai più giovani il suo nome forse dice poco, in realtà il politico argentano è stato considerato il ‘ministro degli Esteri’ del Partito Comunista, e collaboratore tra i più fidati di Enrico Berlinguer. Come Rubbi, altri due esponenti dell’ex Pci, entrambi segretari provinciali della federazione all’epoca in corso Porta Mare, ricevono il vitalizio mensile: si tratta di Alfredo Zagatti (4.052,28 euro) e di Alfredo Sandri (2.151,06), che è stato anche assessore regionale al Turismo. Nell’elenco figura anche una donna, ferrarese d’adozione: si tratta di Laura Balbo, docente universitario ed esponente della Sinistra Indipendente, anche se entrata nel governo D’Alema in quota ai Verdi. La Balbo, padovana d’origine, può essere considerata parlamentare ferrarese per... residenza, avendo sposato l’ex preside di Architettura Paolo Ceccarelli.

Ferrarese senza se e senza ma, Luciano Galliani: l’esponente dei Cristiano Sociali – in qualche modo precursore della ‘corrente’ politica cui era ascrivibile l’attuale sindaco Tiziano Tagliani – vanta un vitalizio di 1647 euro al mese. Passando al Senato, l’elenco dei ferraresi è più ristretto: solo due vitalizi, ed entrambi a donne. Si tratta di Silvia Barbieri, vent’anni di presenza ininterrotta in Parlamento, e un’indennità di 5.692,79 euro. Poco meno di mille euro al mese in meno per un’altra esponente di spicco dell’ex Pci, Renata Talassi (4.581 euro). Da staffetta partigiana a funzionario di partito, poi dal 1979 tre legislature fra Camera e Senato. A voler essere fiscali, può essere considerata ferrarese una quota dei vitalizi erogati anche a cosiddetti ‘paracadutati’, ovvero i candidati eletti nei Collegi della nostra provincia, ma che di fatto poco o nulla vi avevano a che fare.

I casi più noti? Per il Senato, sicuramente Marco Follini e Gian Guido Folloni (rispettivamente 5.587,70 e 3.408,19 euro), che i più ricordano soprattutto per i vertiginosi cambi di partito, e addirittura di schieramento. Ma c’è anche chi il vitalizio l’ha coccolato, l’ha sfiorato e non è riuscito a conquistarlo per la fine anticipata della legislatura: il beffato più illustre è senz’altro l’ex sindaco Roberto Soffritti (eletto per i Comunisti Italiani nel 2006), che non ha completato il mandato per lo scioglimento delle Camere, innescato da un suo ex assessore, Fernando Rossi (senatore ribelle del Pdci). Niente assegno neppure per il leghista Biagio Dell’Uomo, eletto a sorpresa nel 1994 e rimasto a Palazzo Madama appena due anni.

Stefano Lolli