Omicidio Willy Branchi, indagato il parroco. Appello di Luca al Papa: "Lo faccia parlare"

Si tratta di don Tiziano Bruscagin, accusato di false dichiarazioni al pm. Il fratello della vittima in lacrime chiede aiuto al Pontefice

Da sinistra Luca Branchi in lacrime e l'avvocato Simone Bianchi (Businesspress)

Da sinistra Luca Branchi in lacrime e l'avvocato Simone Bianchi (Businesspress)

Ferrara, 27 ottobre 2018 – "Papa Francesco mi ascolti, a lei mi rivolgo direttamente. Gli chiedo se può sentirmi e capire il mio dolore e quello dei miei genitori che ci portiamo avanti da trent'anni. Intervenga su questo parroco, lui sa tutto ciò che è avvenuto la notte dell'assassinio di mio fratello". Piange Luca Branchifratello di Willy L'omone tutto d'un pezzo di Goro, il burbero sempre col sorriso e la battuta pronta dalla scorza durissima, si scioglie davanti ai giornalisti come fosse un bimbo.

BRANCHI_34593924_131746

"Scusatemi - dice - ma oggi è veramente difficile essere qui dopo questo ennesimo colpo di scena". Il colpo di scena è il nuovo avviso di garanzia a don Tiziano Bruscagin, parroco di Goro dal 1970 al 2002, oggi nel Padovano dove gestisce cinque parrocchie. Indagato, nell'inchiesta sulla morte di Willy Branchi, per la seconda volta, e per giunta per lo stesso reato: 371 bis, falsa testimonianza davanti al pubblico ministero.

WILLY_571483_094745

"Ma - precisa immediatamente l'avvocato Simone Bianchi - lui non si è presentato dicendo bugie, lui ha raccontato tanto, tantissimo. Come ha sempre fatto, anche nella precedente indagine dove venne archiviato perché ritrattò in parte. Descrive situazioni, luoghi, persone, ma quando poi gli si chiede chi gli avrebbe riferito ciò, lui si trincera dietro a ciò che da sempre ama tantissimo: voci di paese, vox populi. Ma chi è questa vox populi in un paese di meno di 4mila anime?".

image

In una conversazione tra il legale e il don, avvenuta l'11 luglio 2014, e registrata dal primo (elemento mai emerso prima d'ora e oggi finita agli atti), il parroco parlò dei vestiti di Willy buttati nella vecchia discarica del paese. "Cosa mai emersa prima di quel momento - continua l'avvocato -, mai nessuno dall'88 ad oggi ha parlato dei vestiti di Willy, mai ritrovati. Quindi chi può fare certe affermazioni se non chi ha ricevuto precise confidenze o li ha messi via?". 

Willy Branchi, ucciso il 29 settembre 1988

Willy venne trovato cadavere, completamente nudo e con il volto completamente tumefatto, all'alba il 29 settembre 1988 sull'argine di Goro (VIDEO). "Oggi - riprende il legale - sappiamo con precisione che Willy venne legato e ucciso con una brutalità devastante". L'avvocato si appella poi alla Curia di Padova perché "deve intervenire su colui che ha battezzato Willy e celebrato il suo funerale. E ancora oggi celebra messa, battezza, confessa. Costui quando viene chiamato a rendere dichiarazioni sul diciottenne, però preferisce tacere e farsi un procedimento. Ecco perché chiedo alla Curia di Padova di intervenire oggi, immediatamente". 

FIACCOL_881595_210343

Infine l'indagine del 1996, fatta dall'Arma e rimasta in un cassetto del Comando provinciale di Ferrara. Tre pagine di colloquio tra un carabiniere e una 'fonte confidenziale' che altro non era che don Tiziano Bruscagin. "Se tutti i comandanti provinciali che si sono succeduti dal '96 ad oggi potrebbero avere responsabilità? - è la domanda che arriva da un cronista - Stiamo valutando - la risposta secca e decisa - con attenzione anche questo aspetto". Don Tiziano Bruscagin, interrogato due venerdì fa dal pm Andrea Maggioni e dai carabinieri, si è avvalso della facoltà di non rispondere.