Burkini in vendita a Macerata, apre il primo negozio. "Tanta richiesta"

In via Verdi, la titolare: "Niente burqa"

Macerata, apre il primo negozio di burkini (foto di repertorio)

Macerata, apre il primo negozio di burkini (foto di repertorio)

Macerata, 5 maggio 2019 - «Non sono mai andata al mare, perché non avevo nulla di adatto. Ora finalmente potrò farlo con il burkini. Il Corano insegna alle donne a trasmettere sempre un’idea di modestia, ma non per questo non possiamo seguire la moda, e usare i colori e la fantasia». Con grande passione Sokaina Aoufi, 22enne di origini marocchine ma nata a Macerata, ha aperto il primo negozio di abbigliamento femminile che vende abiti in linea con i dettami dell’Islam, il primo in provincia, inaugurato ieri pomeriggio in via Verdi.

Ma attenzione, non ci sono burqa e veli che coprano tutto il viso e il corpo, «per una scelta precisa – dichiara Sokaina –. Chi impone il burqa dice che lo fa perché è previsto dal Corano, ma non è vero, il Corano non dice questo e io sono del tutto contraria. Così come ai vestiti tutti neri. Le ragazze musulmane possono usare le fantasie e i colori, pur rispettando le tradizioni dei propri paesi. E per chi vuole farlo, il burkini è essenziale per andare al mare: in costume noi non possiamo stare, e con i vestiti normali non possiamo fare il bagno. Invece con il burkini sì». La 22enne ha studiato model design alla scuola d’arte «poi però, al contrario di mia sorella, non ho voluto fare l’università. Ma la passione per la moda è rimasta e questo per me è un sogno».

Il negozio mette in vendita abiti da Dubai, dal Marocco e dalla Turchia, importati direttamente dopo aver preso accordi con i produttori sul posto. «La Turchia è una specie di ponte con l’occidente, gli altri vestiti sono più mediorientali. Ma ora prenderemo anche quelli in Pakistan e India, soprattutto i tessuti a metro che loro usano molto. Per noi è importante trovare abiti che possano andare bene con il velo, invece di dover scegliere sempre camicie e pantaloni larghi che possiamo comprare nei negozi». «Ma i capi si possono mescolare, usando quelli occidentali insieme con quelli tradizionali» sottolineano le ragazze che ieri pomeriggio hanno affollato il negozio, velate ma con i giubbetti di pelle, ammirando abiti di ogni colore, ricamati e scintillanti per le feste, e semplici e colorati per tutti i giorni. «Ma prima non riuscivamo a trovare i veli più belli che si vendono a Roma o a Milano, e che noi vedevamo solo su internet. Ora li avremo anche noi».

Il negozio vende anche profumi senza alcool, vietato dall’Islam, e fasce e veli anche per le bimbe, «che però non sono obbligate a portarlo fino a quando non capiscono cosa significa e decidono di metterlo», spiega Sokaina, il cui nome in arabo significa serenità. «Da piccola qualcuno mi prendeva in giro perché avevo il velo – racconta –, ma non ho mai avuto veri problemi, non mi sono mai sentita diversa. Qui ci conoscono tutti, anche grazie al fatto che nostro padre ha sempre lavorato, e non ci sono mai stati episodi di ostilità, anzi ci hanno sempre aiutati quando abbiamo avuto bisogno di qualcosa».