Minacce al sindaco e alla Caritas: in due a processo per direttissima

Si tratta di un milanese e un campano: c’è l’aggravante dell’odio razziale

Romano Carancini

Romano Carancini

Macerata, 6 aprile 2018 - Le minacce al sindaco Carancini e alla Caritas saranno al centro di due processi per direttissima, che si terranno lunedì in tribunale. Gli episodi inquietanti erano avvenuti a febbraio. Un uomo della provincia di Milano è indagato per le due email inviate all’istituto Mestica, e rivolte contro Romano Carancini. «Se il sindaco non la smette, i suoi figli faranno la fine di Pamela»: sarebbe stato questo più o meno il contenuto delle minacce.

Alla Caritas invece sarebbero arrivate una serie di telefonate, più volte al giorno per una settimana: «Vi sta bene quello che vi è capitato a Macerata, così imparate ad aiutare gli sporchi negri», ripeteva l’anonimo che, dopo le indagini, è stato identificato e accusato. Si tratta di un napoletano. Il milanese e il campano sono accusati di minaccia aggravata da motivi di odio razziale, e questa aggravante, in base alla legge Mancino, consente una direttissima anomala, che appunto si farà lunedì.

Sono state invece chiuse le indagini sull’autore del lancio di mattoni contro la vetrina del Gus. Anche per lui, un disoccupato maceratese che voleva guadagnare qualcosa spalando la neve e pensava che gli immigrati gli avessero preso il lavoro, ci sarà a breve il processo.