"Ambiente e giustizia sociale le sfide del Pd"

Festa de l’Unità, platea piena per l’evento di chiusura col segretario Letta intervistato dal direttore di Qn-Il Resto del Carlino Brambilla

Michele Brambilla intervista Enrico Letta

Michele Brambilla intervista Enrico Letta

"Teniamo botta", sorride il segretario nazionale Enrico Letta a militanti e stato maggiore del Pd che lo accolgono dall’ingresso di Stradello Anesino per chiudere la Festa di Ponte Alto. Uno scultore locale gli presenta un bassorilievo con il suo nome, dedica e simbolo di partito, quindi è il momento del canonico giro delle cucine, strette di mano a cuochi e volontari, tra gli applausi anche di chi è a tavola a cena. A introdurre la serata il segretario provinciale del Pd Davide Fava: "La nostra festa è una scuola politica, basta guardarci negli occhi, l’interesse di tutti viene prima dell’interesse di ognuno. Ognuno di questi volontari in questi 23 giorni ha rinunciato a qualcosa".

Intervistato dal direttore di Qn-Quotidiano Nazionale e Il Resto del Carlino Michele Brambilla, Letta è tornato sulle parole di Romano Prodi a proposito della necessità di "un’idea forte, sul lavoro per esempio", per federare tutto il centrosinistra oltre il Pd: "I diritti individuali non bastano più". Il segretario ha raccolto la puntura di spillo ammettendo che "come partito dobbiamo fare di più sulla giustizia sociale. Dobbiamo per esempio contrastare lo strapotere delle multinazionali come Apple che impone le sue regole e paga le tasse dove vuole. Perché pagare le tasse vuol dire partecipare alla redistribuzione della ricchezza, aiutare la parte più debole del Paese". Riferendosi alla decisione del tribunale del lavoro di Firenze di revocare il licenziamento collettivo alla Gkn, Letta ha poi chiesto scusa "ai lavoratori per non aver portato loro la solidarietà fisicamente come ho fatto in altri casi: la nostra attenzione con loro non è stata all’altezza". Forte anche l’accento sul fronte ambientale: "Non può esserci sostenibilità senza giustizia sociale. Non è accettabile contrapporre chi lotta per scongiurare la fine del mondo a chi deve pensare ad arrivare alla fine del mese: lavoro e tutela ambientale devono essere collegati, noi crediamo nella centralità della persona".

Da qui il lancio delle Agorà democratiche, "l’idea che la politica non si fa con il capo che decide davanti a un caffè se essere europeisti o antieuropei, come fanno Salvini e Giorgetti. Io penso che noi vinceremo se saremo il partito dell’intelligenza collettiva, che vince rispetto alla leadership solitaria". Come funzionano le agorà democratiche? "Basta iscriversi a una piattaforma digitale, sottoscrivere una carta di valori, donare un euro. Cinquanta, centro persone si incontrano, un po’ del Pd e un po’ esterni al partito, si discute una proposta, su apprendistato, sulle professioni per esempio, e poi si posta l’idea sulla piattaforma digitale. Quella elaborazione diventa oggetto di una discussione collettiva delle migliaia di agorà democratiche in tutta Italia". Alla fine si arriverà a definire le 100 proposte con il maggior sostegno "che diventeranno parte del programma del Pd. E’ la democrazia partecipativa, che è diversa dalla democrazia diretta di Rosseau. Fidiamoci della nostra forza, la nostra forza sono il nostro popolo, questi stand, questi volontari. Le feste – chiude il leader – sono andate bene dappertutto, sono una grande momento di partecipazione".