Papa Francesco dimette dallo stato clericale Fernando Bellelli. Lui: "Obbedisco"

Relazioni improprie, la comunicazione del Vaticano "inappellabile". L'ex parroco: "Accuse infondate, ma accetto la decisione"

Papa Bergoglio e Fernando Bellelli

Papa Bergoglio e Fernando Bellelli

Modena, 5 aprile 2019 – E’ stato Papa Francesco a prendere la decisione finale. E inappellabile. Fernando Bellelli, 42 anni, non è più un sacerdote. E’ stato estromesso dal Clero l’ex parroco di Portile, che a fine del 2014 finì al centro di un ‘polverone’ con alcuni parrocchiani che ‘sparlavano’ circa una presunta relazione sentimentale del prete ed altri che lo difendevano a spada tratta. Chiacchiere, poi diventate pubbliche quando qualcuno attaccò dei cartelli in giro per la frazione, che riportavano frasi come "la parrocchia del bunga-bunga e dell’amore". 

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Il 2 aprile scorso, a 4 anni di distanza, «la Congregazione per il Clero ha comunicato all’arcivescovo di Modena-Nonantola, Erio Castellucci, la decisione, presa da Bergoglio il 20 marzo, di dimettere il sacerdote Fernando Bellelli dallo stato clericale, con relativa dispensa dagli obblighi sacerdotali, compreso il sacro celibato. Tale decisione è "inappellabile e non è soggetta ad alcun tipo di ricorso", comunica la diocesi. La decisione del Papa costituisce l’esito di un procedimento canonico avviato dall’Arcidiocesi nel 2016 e portato avanti sulla base di richieste della Congregazione per il Clero.

Il procedimento - contro il quale l’ormai ex don Bellelli aveva fatto ricorso - non ha riguardato imputazioni penali, né canoniche né civili, inerenti persone minori, ma ha riguardato "aspetti fondamentali della vita sacerdotale". Bellelli era finito al centro di una inchiesta della Procura di Modena, che poi ha archiviato il caso non avendo ravvisato reati: si ipotizzava, su denuncia di due genitori, che il sacerdote avesse circuito una ragazza di cui era innamorato, plagiandola. Ma l’indagine finì in nulla poiché non emersero prove di reato contro il don. La motivazione addotta dal Papa è secretata.

"A fronte di accuse giudiziarie totalmente infondate – replica Bellelli – essendo nato a mio carico un procedimento canonico amministrativo, per coerenza con me stesso e con i miei fedeli ho cercato di far valere le mie ragioni e a quel provvedimento ho reagito ritenendolo ingiusto, considerandolo soprattutto un attacco alle mie idee teologiche di corrente, ma in modo purtroppo insindacabile è stata seguita dagli organi superiori una procedura alternativa a quella che consente un pieno contraddittorio e dunque la possibilità di una difesa piena e dinamica. – sostiene Bellelli – Il provvedimento finale, reca la firma del Santo Padre e io non posso che accettarlo e non posso che attingere, così come deve fare ogni fedele e come ricordato dal comunicato dell’Arcidiocesi, alla grazia del Vangelo e dei Sacramenti. Da fratello e battezzato in Cristo rivolgo una preghiera per tutti coloro con i quali in questi diciassette anni di ministero presbiterale hanno fatto del bene servendo la Chiesa Cattolica e per tutti coloro che mi hanno sostenuto - prosegue l'ex parroco - nell’affermare quelle che continuo a pensare siano le mie ragioni". 

"Una pena nella Chiesa viene inflitta 'sempre in vista di un bene maggiore, sia per colui che ne viene raggiunto, sia per l’intera comunità cristiana'. Accogliamo con docilità questa decisione, custodendola nella preghiera. Fernando Bellelli non è scomunicato; rimane in comunione con la Chiesa in quanto fratello battezzato in Cristo", conclude la diocesi.