Roberto Scarpinato a Fano, al Teatro della Fortuna il procuratore di Palermo

Torna l'ottava edizione della rassegna 'Con le parole giuste'. Scarpinato dialoga con il giudice Francesco Messina

Il procuratore Roberto Scarpinato

Il procuratore Roberto Scarpinato

Fano, 29 novembre 2018 - “Storia”: la prima parola della rassegna “Con le parole giuste” introduce bene lo spirito dell’incontro. “Il giudice, lo storico e la ricerca della verità tra violenza e menzogna. La parte segreta della storia” è il sottotitolo dell’appuntamento organizzato in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Fano, che domani (venerdì 30 novembre), alle 18, animerà la Sala Verdi del Teatro della Fortuna e vedrà protagonista il Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Palermo, Roberto Scarpinato.  “Un appuntamento imperdibile – così lo definisce Francesco Messina, giudice coordinatore dell’Ufficio GIP GUP del Tribunale di Pesaro, che dialogherà con Scarpinato nel corso dell’incontro – durante il quale verranno svelate ai presenti novità sul processo della Trattativa Stato-Mafia, mai rese note prima d’ora”. Spiega il giudice Messina: “Scarpinato è per motivi professionali, intellettuali e per gli studi fatti, protagonista delle vicende più importanti della storia giudiziaria italiana. La quale si interseca con la storia politica italiana, perché storia è anche ciò che viene accertato nei processi in nome del popolo italiano e che spesso non viene pubblicizzato”. “C’è una netta separazione tra ciò che emerge nel corso dei processi e ciò che viene comunicato - continua Messina - . La presenza del giudice Scarpinato è un regalo alla città di Fano; nel corso dell’incontro, infatti, sarà mostrata una verifica degli atti senza alcun tipo di mediazione. Si parlerà di processi come quello ad Andreotti, del processo della Trattativa e ancora di Tangentopoli, insomma processi hanno fatto la storia italiana”. La parola chiave dell'incontro sarà, appunto, ‘storia’.

“E’ un peso rilevante – riprende il giudice Messina – : la storia insegna che nei momenti di crisi sono state poche le persone che hanno guidato il cambiamento. Penso alla Resistenza: inizialmente non furono tanti ad opporsi al Regime, ma quelli che lo fecero spostarono gli equilibri”. E sull’eredità che ci hanno lasciato Falcone e Borsellino, Messina dice: “Diffido da chi vive la testimonianza dei nostri colleghi mistificandola. Falcone e Borsellino ci hanno indicato un metodo, non bisogna guardarli in un’ottica contemplativa, ma attuare la loro metodologia (che mette davanti a tutto l’interesse della collettività e non del singolo), pur tenendo in considerazione che operarono in un Paese che, nel corso degli ultimi 25 anni, è molto cambiato”. Il procuratore Scarpinato inizia la carriera in magistratura nel 1980. Dopo avere prestato servizio presso la Procura della Repubblica di Palermo, nel 1991, entra a far parte del pool antimafia collaborando con Giovanni Falcone e con Paolo Borsellino. Si occupa – tra le altre cose – della requisitoria al processo sull'assassinio politico-mafioso di Piersanti Mattarella, Presidente della Regione siciliana, di Pio La Torre, segretario regionale del PCI, di Michele Reina, segretario provinciale della Democrazia Cristiana e di Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto di Palermo. E vive da protagonista anche l'indagine sui cosiddetti “Sistemi criminali”, che investe i moventi ed i retroscena politici delle stragi del 1992 e del 1993. Divenuto Procuratore aggiunto, conduce pressanti indagini sui rapporti tra la mafia e la massoneria deviata, sulla cosiddetta “trattativa” tra lo Stato e Cosa Nostra nel periodo delle stragi, e sui rapporti tra mafia ed economia.