Legittima difesa, don Antonio scrive a Salvini: "Ora ridatemi i miei fucili"

Sequestrati dai carabinieri, ma il prete li rivuole: "Difendersi è legittimo, non mi sento sicuro"

Don Antonio rivuole i fucili sequestrati dopo il furto della pistola subito

Don Antonio rivuole i fucili sequestrati dopo il furto della pistola subito

Apecchio (Pesaro Urbino), 5 aprile 2019 - «Rivoglio presto i miei fucili – dice don Antonio Mandrelli, il parroco di Castelfranco salito alla ribalta dopo furto alla sua canonica e la presa di posizione a favore della detenzione delle armi in casa – per questo scriverò una lettera aperta al ministro Salvini. Non centra niente la politica, io faccio il prete di campagna, spieghiamoci bene, ma ho diritto di difendermi».

E cosa fa spara? «E’ sempre il buon senso che prevale, se il ladro vuol farmi del male è giusto che io mi difenda. E adesso non posso farlo. La pistola me l’hanno portata via i ladri e i fucili me li hanno sequestrati i Carabinieri, conto comunque di riaverli prima possibile, con loro in camera mi sento più tranquillo. Comunque sparerei in alto, ma se non bastasse a fermarli non è detto che in caso di pericolo serio per la mia vita non mirerei alle loro gambe. Qui vivo da solo, se sentissi dei ladri muoversi in casa dovrei chiamare i Carabinieri, ma passerebbe del tempo prima del loro arrivo, invece in pochi istanti metterei su due cartucce e sarei pronto ad affrontarli».

Don Antonio è contento che è stata approvata la legge sulla legittima difesa: «Certo con la vecchia legge se sparavo in alto e un piombino nel ricadere si fermava tra i capelli del ladro ero denunciato e magari dovevo risarcirlo, ora non è così, io sono sempre stato un sostenitore della legittima difesa. Per le persone oneste non c’è bisogno di alcuna legge. Se uno suona alla porta e chiede di salire educatamente in casa, non c’è problema, lo accolgo fraternamente, se uno invece la porta la butta giù ed entra per delinquere allora mi difendo». I suoi parrocchiani cosa ne pensano? «Dicono tutti che ho ragione, in pace si accoglie tutti, per rubare no. Qualche giorno fa sono stato a Milano ad una trasmissione televisiva, in treno mi hanno riconosciuto in diversi e tutti hanno detto che condividono quello che sostengo».

Ma secondo lei la gente dopo questa legge non si sente legittimata a sparare? «Cosa dice! – si infervora – non cambiamo i ruoli, il delinquente mica è quello che sta in santa pace in casa da solo o con la famiglia, ma quello che entra furtivo per rubare e fare comunque del male e se questo si prende una schioppettata sa di averla cercata». Infine un appello ai ladri che gli hanno rubato la pistola: «Non usatela mai. Restituitemela, è un caro ricordo di famiglia. Sono disposto a perdonarvi».