Federica Formentini, funerale a Reggio Emilia. "Saremo la tua danza"

Folla commossa per l'addio alla ballerina 33enne

Erano in tantissimi a invadere la chiesa di Ospizio per Federica Formentini (foto Artioli)

Erano in tantissimi a invadere la chiesa di Ospizio per Federica Formentini (foto Artioli)

Reggio Emilia, 13 aprile 2019 - «La morte non è niente, io sono solo andata nella stanza accanto». Così inizia la poesia di Holland, riportata accanto alla foto della giovane Federica Formentini all’ingresso della chiesa di Ospizio. Il funerale ieri alle 15 ha richiamato tantissime persone, tra amici e parenti, fino a riempire tutto il piazzale. A soli 33 anni, Federica lascia un ricordo indelebile della sua passione per la danza, tramessa da sempre al Let’s Dance dove lavorava come insegnante. Due mesi fa aveva avuto un malore, poi mercoledì sera è stata la malattia a vincere.

«Quando fai della tua vita un dono, si genera qualcosa che è già nell’eterno», ha detto il parroco Matteo Bondavalli. «Tutto termina, ma il bene che si fa resta per sempre. La nostra preghiera non dev’essere ‘preconfezionata’, come non lo era Federica. La prima cosa che mi ha detto quando l’ho conosciuta, mentre parlavo con suo marito Marco, è stata: ‘Ma voi siete fuori’». Ridono tra le lacrime gli amici, ricordando la sua energia e vitalità. «Ti ringraziamo per averci dato il privilegio di conoscere e apprezzare Federica», dicono i ragazzi del laboratorio ‘Extratime’ di Let’s Dance.

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«Ci ha accolti con tanto amore, come una sorella maggiore, insegnandoci a essere amici tra di noi prima ancora che a saper danzare». Federica era anche colonna portante del progetto Danzability: «Sei nel mio cuore, il tuo posto è lì. In un angolino protetto che niente e nessuno potrà mai aprire», dice Eleonora, una delle sue allieve. «Maledetta questa danza che ci ha unite così tanto – dice un’amica e collega –. Ora non sarà più la stessa cosa, ma cercheremo di essere la tua danza».

Struggenti le ultime parole del marito Marco Galletti, che ricorda come fosse ieri il giorno del loro matrimonio, nella stessa chiesa. «È quasi comico oggi dovermi ritrovare qui a leggerti queste parole. Mi è sempre piaciuto scriverti delle lettere, dicevi anche tu che tra i due io ero quello romantico. Pensavo che queste parole le avresti trovate in un cassetto, anziana, dopo avermi perso. Ma la vita è imprevedibile. Questi tredici anni assieme sono stati un viaggio, per un tuo abbraccio ora darei tutto quello che ho. In questo mondo ci siamo sfiorati, ma sono sicuro che ci rincontreremo. Aspettami, il tempo in fondo non è un ostacolo perché l’amore può abbattere tutti gli addii».