Maturità 2018 a Reggio Emilia, studenti soddisfatti, fra Bassani, propaganda e creatività

Superata la prima prova si prosegue giovedì con la seconda e lunedì 25 la temutissima terza prova

Michele Olmi

Michele Olmi

Reggio Emilia, 20 giugno 2018 - Condividono la stessa aula tutto l'anno scolastico, ma il rito collettivo della Maturità ha un sapore diverso. Che non dimenticheranno. Gli studenti reggiani attesi alla prova più difficile tirano un sospiro di sollievo: la prima è andata. Come? Per saperlo abbiamo fatto il giro dei principali istituti scolastici in città e il responso è stato assai diversificato, ma unanime su un punto: tracce affrontabili, che permettevano una manovra di pensiero elastica , sebbene nell'approfondimento richiesto (FOTO).

Beatrice Baldini, 18 anni, esce dal Liceo Classico abbastanza rilassata:”Il pronostico che voleva uscisse la traccia sulla Costituzione si è avverato, così come il tema storico, che incorporava la citazione di Aldo Moro. Avevamo pensato, fra compagni, ad alcuni autori per l'analisi del testo, ma è uscito Giorgio Bassani, smentendoci tutti. Anche se, devo dire, si è rivelato molto accessibile in quel passaggio sull'antisemitismo. Io spero di essere andata bene, anche se sono scaramantica e non mi pronuncio troppo, ma ho scelto un tema che mi piace: il saggio breve sulla propaganda e le masse. Fra i totalitarismi del Novecento e la comunicazione c'era tanto da dire, a mio avviso. Mi ha fatto molto effetto il trovarci tutti insieme: sembrava un rito di passaggio”.

Michele Olmi, 19 anni, quinta liceo scientifico, attende domani la prova di matematica e intanto commenta:”Ho voluto ritrarmi con Anna Ciarlini, compagna di classe, perché eravamo lì insieme e per sdrammatizzare il momento. Io ho scelto il saggio breve sulla solitudine nell'arte e nella letteratura. La prova a me è piaciuta, le altre opzioni erano molto belle tutte quante, sia dall'analisi del testo, che non era selettiva, essendo un brano di un libro, fino alla traccia storica, sul Moro, De Gasperi e i Governi centristi dell'Italia repubblicana. Quello sì, era più esclusivo, come tutti i temi storici, mentre razzismo e antisemitismo erano quotati e preannunciati da giorni. Solitudine, creatività, le masse e la clonazione completavano una rosa di scelta ampia e trasversale. Sono soddisfatto del mio componimento e spero di essere giudicato bene”.

Dal liceo Moro, ecco le impressioni di Filippo Buffagni, 19 anni: “Ho scelto la tipologia A, il testo tratto da 'Il giardino dei Finzi Contini' di Bassani incentrato sull'antisemitismo. Sembrava abbastanza fattibile, nulla di trascendentale. Tutte le tracce mi sono parse facili e un po' troppo banali, per alcuni aspetti. Massa e propaganda è una cosa che se non scritta con un certo piglio, sembra poco avvincente. L'unico, un po' più complesso secondo me, era l'argomento socioeconomico sulla creatività. Sollevato? Sì. Ci siamo tolti un peso. Però per molti studenti degli scientifici la vera prova sarà domani, con Matematica. In classe non ho visto molta ansia. Credo ce ne sarà di più oggi”.

“Non è andata male, perché le tracce non erano complicate come quelle dell'anno scorso, anche se non tutti la pensavano come me – sorride la maturanda Alessia Lugli, dell'istituto tecnico Nobili – mi sono buttata sul tema storico-politico, la propaganda e le masse, scartando Moro, annunciato anche dai Tg. Son riuscita a collegare più argomenti, le dittature, la Notte dei Cristalli, la guerra delle donne, citando libri e film”. L'articolo di giornale è l'opzione selezionata da Moreno Anceschi, del Gobetti di Scandiano, indirizzo professionale:”Non ho avuto esitazioni, ho puntato deciso sulla comunicazione e le masse. Mi piaceva e avevo parecchio da dire. E' stata una certa esperienza e anche il caldo ha fatto la sua parte”.

La mette su un piano di concentrazione mentale, Vittorio Benassi del Classico: “Non è facile tenere l'attenzione per sei ore filate, anche se momenti per staccare ne hai. Come sono andato? Non lo so, ero incerto fra propaganda e creatività, che mi attraeva molto, poi è prevalsa la prima, che mi ha permesso di inserire più conoscenze mie, di storia e psicologia, con Freud, che sulla capacità di influenzare le genti ci ha studiato parecchio. Bassani non se lo aspettava nessuno, essendo autore secondario e non gettonato come Manzoni o Pirandello. Etica della clonazione non ha riscosso molto successo, così come la Costituzione, e il motivo è semplice: era molto difficile esprimersi in maniera non banale e scontata su un tema del genere”.