Rimini, minacce di morte al vicesindaco. "Dammi la casa o ti ammazzo"

Sotto processo l’uomo che aveva fatto irruzione in Comune

Rimini, il vice sindaco Gloria Lisi (Foto Petrangeli)

Rimini, il vice sindaco Gloria Lisi (Foto Petrangeli)

Rimini, 28 marzo 2019 - Quando il vice sindaco, Gloria Lisi, gli aveva revocato il diritto alla casa, lui aveva fatto irruzione nel suo ufficio minacciando di ammazzarla. Nessuno ne aveva mai saputo niente fino a qualche giorno fa, quando la Lisi è stata convocata in tribunale per testimoniare contro l’uomo. Un riminese con diversi precedenti penali, ora alla sbarra per minacce aggravate.

I fatti risalgono a qualche mese fa, teatro del fatto: l’ufficio del vice sindaco in via Ducale. Non era la prima volta che l’uomo, seguito dai servizi sociali, si presentava lì per protestare a gran voce contro il ‘torto’ che gli era stato fatto. L’Amministrazione aveva deciso di revocargli la casa che gli era stata assegnata, giudicando che non avesse più i requisiti necessari. Se l’era presa parecchio, e se all’inizio c’era andato con le buone, negli ultimi tempi aveva preso l’abitudine di presentarsi in via Ducale e urlare in faccia al vice sindaco. Quel giorno aveva passato il segno, e senza tanti complimenti aveva minacciato di morte la Lisi, alla presenza di un bel po’ di gente.

Erano riusciti a farlo uscire dall’ufficio senza danni, ma in molti si erano spaventati e il vice sindaco era andata dritta in questura a raccontare quello che era accaduto. I poliziotti avevano proceduto d’ufficio: l’episodio era avvenuto non solo alla presenza di testimoni, ma nei confronti del vice sindaco durante l’esercizio delle sue funzioni e lo scalmanato era stato denunciato. «Non era la prima volta che quell’uomo veniva negli uffici – dice la Lisi – arrivava e cominciava a sbraitare e a minacciare, ma quel giorno ha decisamente passato il segno». Il vice sindaco aggiunge anche che «non ci sono diritti acquisiti e i servizi sociali non funzionano su un welfare di tipo assitenziale. Le persone si devono dare da fare, e devono imparare ad accettare i ‘no’».

Ma non è la prima volta che la Lisi finisce nel mirino di qualche fanatico che contesta la sua ‘politica’. Nell’ottobre del 2017 era stata letteralmente linciata sul web da alcuni militanti di Forza Nuova, l’indomani della sua visita a Emmanuel Nnumani, il giovane nigeriano accoltellato da uno squilibrato solo perchè era «nero». A Forza Nuova si era aggiunta poi una chat riminese che l’aveva ricoperta di brutture. Il giudice aveva oscurato le pagne e i seminatori di odio erano stati denunciati. Nel febbraio scorso, era stata la volta di offese sessiste perchè aveva pubblicamente difeso la cantante Emma Narrone che invitava il governo ad aprire i porti ai migranti.