Ecco l'intesa per la riqualificazione dell'ex ospedale, manca il sì del Ministero

L'ex ospedale Maddalena nel quartiere Commenda

L'ex ospedale Maddalena nel quartiere Commenda

Rovigo, 31 luglio 2017 - Al restauro dell’ex ospedale Maddalena manca un passaggio fondamentale, il sì del Ministero. Da lunedì c’è un nuovo accordo tra il Comune e i proprietari dell’immobile ma non basta.

Le imprese Reale e Cefil, rispettivamente di Paolo Reale e Pierluigi Filon, sono disposte a vendere al Comune il palazzo abbandonato per 2 milioni 600 mila euro.

L’amministrazione per acquistarlo vorrebbe usare parte dei 13 milioni 500 mila euro che il Ministero aveva messo a disposizione tre anni fa per la città di Rovigo nell’ambito del programma straordinario per riqualificazione urbana dei capoluoghi di provincia.

Il nuovo accordo verrà inviato a Roma dove funzionari e dirigenti ministeriali valuteranno la fattibilità dell’operazione in relazione al bando indetto il 28 dicembre 2015, quando presidente del consiglio era Matteo Renzi, e in relazione alle norme vigenti sulla possibilità da parte degli enti pubblici di acquistare immobili a titolo oneroso. Vanno rispettati precisi vincoli.

In attesa del sì il Comune progetta di restaurare piano terra, primo e secondo dell’ex ospedale che potrebbe così ospitare uffici pubblici. I restanti due piani rimarrebbero invece come sono oggi, cioè in stato di abbandono. Inoltre verrebbero realizzati nuovi sotto servizi e asfaltature in sette vie della Commenda: Monti, Bernini, Frassinella, Malipiero, Filzi, Bonifacio, Riccoboni. Più viale Europa e piazza Palatucci.

Questo se lo Stato garantirà la cifra di 13,5 milioni. Rispetto all’accordo del 26 agosto 2016 tra Reale, Filon e il sindaco, quello conservato al Ministero, molto infatti è cambiato. L’operazione era da 18 milioni di euro complessivi di cui 13,5 pubblici e 4,5 dei privati che cedevano l’immobile valutato 4 milioni (più tasse e spese) dall’Agenzia del territorio. In cambio il Comune avrebbe concesso per un periodo di tempo (lungo ma da concordare) cinque beni di sua proprietà attualmente in stato di abbandono come, per esempio, l’ex forno comunale di piazza Merlin, l’ex caserma dei vigili del fuoco di vicolo Donatoni e altre aree.

Le imprese Cefil e Reale immaginavano di rimetterli a nuovo chiedendo prestiti alle banche e di rientrare dei nuovi investimenti ricavando parcheggi a pagamento e affittando gli immobili. Inoltre gli accordi prevedevano che il Comune avrebbe fatto lavorare le due imprese affidando loro manutenzioni generiche dieci anni di fila per 100 mila euro l’anno. Questa strana contropartita avrebbe pareggiato la cessione dell’ex ospedale Maddalena, parco compreso.

Il fabbricato però è gravato da ipoteca. Reale e Filon anni fa lo avevano usato come pegno per ottenere mutui dalla Cassa di Risparmio del Veneto. L’istituto di credito, in questa trattativa, ha un ruolo chiave. Accetta infatti di risolvere la situazione debitoria dei due costruttori incassando 2 milioni 331 mila euro.

A quel punto le imprese potrebbero cedere al Comune l’immobile libero da ipoteche, come da patti. In sostanza, rispetto a due anni fa, la differenza principale è che lo Stato, attraverso il Comune, pagherebbe alla Cassa di Risparmio 2,6 milioni di euro di debiti di Filon e Reale.