Rugby Rovigo, Casellato squalificato per razzismo. Ora allena i profughi

A Bosaro il tecnico della Femi Cz con i ragazzi della cooperativa Porto Alegre

L'allenamento condotto ieri pomeriggio da Umberto Casellato a Bosaro (Foto Donzelli)

L'allenamento condotto ieri pomeriggio da Umberto Casellato a Bosaro (Foto Donzelli)

Rovigo, 8 febbraio 2019 - «È giusto così, avevo accettato la squalifica senza avere nulla da obiettare visto che non ero dalla parte della ragione. Anzi, mi dispiace per il mio comportamento, perché usare certe parole non fa parte del mio carattere e del mio modo di essere». In un momento in cui purtroppo, in ambito sportivo e non solo, il razzismo è un argomento «bollente» a parlare è Umberto Casellato, uno degli allenatori di rugby italiani più in voga e attualmente alla guida del Femi Cz Rovigo capolista del campionato.

Durante un derby di coppa europea, per il Continental Shield, contro il Petrarca Padova, match particolarmente sentito in una zona del Veneto dove la palla ovale è 'religione', si era preso un cartellino rosso dopo un tafferuglio a bordo campo e, nella concitazione del momento, aveva apostrofato con un «negro di m...» al giocatore rivale Jeremy Sùa, nazionale samoano.

L’insulto era stato udito dall’assistente dell’arbitro e poi menzionato nel referto di gara, e per questo Casellato era stato squalificato per otto settimane (ne rischiava fino a 52) dall’ente europeo. Potrà quindi tornare in panchina dal 18 marzo, intanto ieri è diventato testimonial anti razzismo andando ad allenare al campo comunale di Bosaro, paese di 1450 abitanti vicino

Rovigo, una squadra di calcio amatori Uisp, il Porto Alegre, formata da immigrati di colore (tutti africani) assistiti da una cooperativa locale e che hanno trovato nel pallone un modo per integrarsi. Dopo via libera del loro tecnico Francesco Verza, hanno accettato di cambiare il calcio con il rugby e si sono messi agli ordini di Casellato per lavorare su touche, mischia, passaggi e partitella al tocco. Alla fine comunque c’è scappato anche qualche calcio alla sfera da football, fra pacche sulle spalle, elogi di Casellato («qualcuno di quei ragazzi ha il fisico per il rugby e spacca nei placcaggi», ha detto al collega calcistico Verza) e risate generali, prima dell’immancabile terzo tempo con the, biscotti e vino rosso.

La prossima volta si rivedranno al ‘Battaglini' il campo del Rovigo, dove il Porto Alegre si allenerà assieme ai rugbisti e farà loro da «passerella» in occasione di una delle prossime partite del Top 12. E, di nuovo, lo sport quello vero, nel senso di praticato, avrà vinto contro il razzismo.

«Avevo accettato la squalifica senza avere nulla da obiettare visto che non ero dalla parte della ragione, è giusto così. Anzi, mi dispiace per il mio comportamento, perché usare certe parole non fa parte del mio carattere e del mio modo di essere». ha detto Casellato che ieri davanti a tutti, media compresi, ha dimostrato che si è trattato di un grosso errore per il quale è stato per altro già squalificato.