Nel menu carne di coccodrillo
Strocato sul nascere il commercio della carne del rettile. Ci avevano già provato nel 2008, ma il ministero della Salute aveva bloccato tutto
Pablo CalzeroniGenova - Stroncato sul nascere il commercio di carne di coccodrillo, amatissima in Australia e in Sud Africa. Qualcuno ci aveva provato già nel 2008, ma il ministero della Salute aveva bloccato tutto, creando peraltro un caso perché in altre nazioni europee quell’alimento non è sottoposto ad alcuna tutela e può essere liberamente commercializzato. Per gli amanti nostrani della cucina esotica fu un vero colpo.
Per quattro anni si sono dovuti accontentare di bistecche di struzzo, gnu e zebra. Poi, a giugno, hanno iniziato a leccarsi i baffi: quello che sembrava un piatto tabù era comparso nuovamente sul menù di un ristorante. Dove? A Mele, nell’entroterra di Genova. Il titolare aveva acquistato un lotto di 10 chilogrammi da una partita di due quintali proveniente dal Sud Africa, comprata in Belgio da un importatore genovese e quindi rivenduta a un grossista bolognese.
Ma il menù è finito sotto gli occhi del corpo forestale dello Stato e degli ispettori della Asl. Nel giro di quindici giorni le squadre del comando di Arenzano e dell’ufficio Cites, che tutela le specie di fauna e flora tutelate minacciate di estinzione e tutelate dalla Convenzione di Washington, hanno intercettato la merce e posto fine al business. Partendo dalla braceria sulla strada del Turchino sono risaliti al grossista e all’importatore, due aziende leader nel settore. Entrambe sono state sanzionate. La prima per non aver etichettato la merce in lingua italiana. La seconda per non aver compilato il registro Cites.
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