AnalisiL'analisi si basa sulla cronaca e sfrutta l'esperienza e la competenza dell'autore per spiegare i fatti, a volte interpretando e traendo conclusioni. Scopri di piùIL CASO ABRUZZO

La Lega sbarca al Sud e prende i voti del M5S

di Roberto D'Alimonte

3' di lettura

È successo. L’Abruzzo è la prima regione del Sud in cui la Lega Nord per l’Indipendenza della Padania è diventata il primo partito. Sono elezioni regionali e non politiche, ma il fatto resta. La strategia di Matteo Salvini funziona. La Lega Nord sta diventando sempre più Lega Nazionale, senza cambiare statuto, ma solo cambiando il simbolo. Questo è il dato politicamente più rilevante delle elezioni abruzzesi. Molto più significativo della vittoria del centrodestra.

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Cinque anni fa aveva vinto il centrosinistra con il 46,3%, oggi ha vinto il centrodestra con il 48,0%. La ruota gira, come è sempre successo in questa regione negli ultimi venti anni. Ma non era mai successo che in una regione meridionale la Lega Nord arrivasse prima. Certo, l’Abruzzo non fa parte del profondo Sud ma qui il partito di Salvini aveva preso 1407 voti alle regionali del 2014, 102.283 voti alle politiche del 2018 e oggi - con una affluenza minore rispetto allo scorso anno - ne ha presi 165.008, il 27,5% contro il 14,0%.

La Lega Nord raddoppia e il M5s si dimezza. Il movimento di Di Maio aveva preso quasi il 40% alle politiche e oggi si è fermato al 19,7%. In valori assoluti è andata anche peggio. Da 288.834 voti è passato a 118.287. È vero che il confronto tra elezioni diverse è sempre problematico. Ed è altrettanto vero che il M5s è sempre andato peggio alle politiche rispetto alle regionali. Il Molise è stato un caso simile in tempi recenti. A Campobasso si è votato per le regionali poche settimane dopo il clamoroso successo del Movimento alle politiche del 4 Marzo e anche lì la regione è andata al centrodestra.

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Nel caso dell’Abruzzo il movimento di Di Maio può far pesare il fatto che il risultato di oggi non è molto diverso in termini percentuali da quello delle regionali del 2014 - il 19,7% di oggi contro il 21,4% di ieri, ma c’è un altro dato rivelatore di cui occorre tener conto confrontando il ciclo elettorale 2013-2014 con quello 2018-2019. Alle politiche del 2013 il Movimento aveva preso il 29,9%. Alle regionali dell’anno dopo scese al 21,4%. Questo vuol dire che riuscì a convertire in voti regionali il 72% di quelli ottenuti alle politiche. Quest’anno invece la differenza tra il risultato delle politiche, 39,6%, e quello delle regionali, 19,7%, è ancora più ampia. Nella sostanza il tasso di conversione è crollato al 50%. E questo in un momento, a differenza di cinque anni fa, in cui il ciclo elettorale nazionale è favorevole, visto che siamo ancora nella fase della luna di miele con un governo che ha da poco approvato una misura simbolo come il reddito di cittadinanza.

Il problema per il Movimento Cinque stelle si chiama Matteo Salvini. In Abruzzo, come altrove, il leader della Lega Nord ha dimostrato una notevole capacità di attrazione sull’elettorato pentastellato. Non sono ancora disponibili i flussi elettorali a livello regionale. Ma quelli che il CISE ha calcolato all’Aquila e a Pescara mettono chiaramente in evidenza l’emorragia di voti dal Movimento alla Lega Nord.

All’Aquila il 31% di coloro che avevano votato Movimento Cinque stelle alle politiche ha votato Lega alle regionali. E non a caso in questa città il M5s ha preso solo l’8,4% dei voti di lista. Cambiando prospettiva, si può dire che all’Aquila la metà dei voti di Salvini viene dal bacino elettorale del Movimento Cinque stelle. A Pescara è andata un po’ meglio per il M5s, ma il trend è lo stesso. Qui il 16% di chi aveva votato il Movimento alle politiche ha votato Lega Nord alle regionali. E questo si traduce nel fatto che il 30% degli elettori di Salvini viene dal Movimento.

Insomma un bel pezzo della Lega Nord di oggi è un pezzo del Movimento Cinque stelle di ieri. Questa è la lezione dell’Abruzzo. Adesso aspettiamo di vedere se la Sardegna tra un paio di settimane confermerà questo fenomeno. Poi toccherà alla Basilicata. E alla fine di questo ciclo elettorale ci saranno le europee, dopodiché si vedrà se la convivenza tra M5s e Lega Nord continuerà a o meno.

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