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Le imprescindibili opere filosofiche di Sant’Agostino

di Armando Torno

2' di lettura

Capita di sentir dire che un certo filosofo è stato importante per una teoria economica o politica, e senza di esso il mondo sarebbe stato diverso. A Marx venne attribuito il socialismo reale dell'Urss, Voltaire resta il simbolo della tolleranza, per mezzo secolo Nietzsche fu accusato di aver ispirato il nazismo. Si può continuare sino a stancarsi.

Vi siete mai chiesti quanti sono i filosofi che hanno veramente contato per l'umanità? Schopenhauer, che era un taccagno nelle concessioni intellettuali, parlava di cinque; e in questi includeva se stesso. Peter King dell'Università di Toronto si divertì una quindicina d'anni fa a elencare i 100 filosofi più importanti: l'ultimo italiano da lui considerato fu Machiavelli.
Tuttavia, per quanti sforzi si facciano, due nomi sono inevitabili per la storia dell'Occidente e del pensiero cristiano che ha influenzato leggi e regole sociali: Agostino e Tommaso d'Aquino. Il secondo, vissuto otto secoli e mezzo più tardi, deve molto al primo.

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Aurelio Agostino, morto a Ippona nel 430, non soltanto è uno dei cardini della teologia, ma la sua opera ha influenzato la nostra concezione del tempo o l'idea di guerra giusta. Senza il pensiero di questo Padre, Lutero non avrebbe avuto nulla da dire (non dimentichiamoci che era un agostiniano), il movimento giansenista (da Pascal a Manzoni) non ci sarebbe stato.
La tradizione cartesiana prese da Agostino il primato dell'autocoscienza, che fonda il principio dell'autonomia spirituale; la cosiddetta “svolta linguistica”, legata alla sua scrittura, lo trasforma in un pioniere della teoria del segno. Sono semplici esempi.

Tutto questo discorso va posto in margine a una notizia: la casa editrice parigina Les Belles Lettres ha pubblicato in due volumi (indivisibili e in cofanetto) le “Œuvres philosophiques complètes” (pp. 1440 e 1868, euro 85) di Agostino.
Testi tradotti sotto la direzione di Jean-Joseph-François Poujoulat e Jean-Baptiste Raulx, con una prefazione di Maxence Caron (“Le Confessioni” sono però state riprese nella più bella delle traduzioni francesi, quella di Pierre de Labriolle), questi due volumi sono un vero avvenimento giacché alcuni testi erano difficili da trovare tradotti in francese.
Lo sono però anche per l'Italia e per la cultura in genere. Il latino di Agostino non è facilmente leggibile e sovente questo autore per meglio esprimere i concetti di cui ha bisogno sovverte la lingua; inoltre i due volumi delle Belles Lettres offrono ottime introduzioni alle singole opere e un buon apparato di note, senza contare l'indice analitico generale che permette di conoscere quando Agostino parlava negli scritti filosofici del vino o della pace, del fuoco o dell'anima.
Due volumi con un universo d'idee e concetti. Dalle opere sulla menzogna a quelle sulle eresie, da “La Città di Dio” alle pagine sui simboli o sulla musica si possono visitare le idee che stanno alle radici della nostra civiltà. Ne vale la pena, anche perché siamo al tramonto.

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