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Giuda Iscariota, un bacio per l’eternità

di Armando Torno

2' di lettura

Chi era Giuda Iscariota? Il traditore di Gesù o quel discepolo destinato a compiere l'infame gesto? Il vangelo di Matteo ci ricorda che, dopo aver venduto il suo maestro, “gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi”(27,5).

È possibile intendere questa tragica scelta come una sorta di disperato pentimento? Se così fosse, Giuda potrebbe anche essere considerato il primo cristiano. Dio, nel messaggio di Gesù, perdona tutti.

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Su Giuda si continuano ad accumulare ipotesi. Nel film “Dracula 2000” s'ipotizza che egli fosse proprio il vampiro. Nel medioevo un apocrifo “Vangelo di Barnaba” sostenne che fu Giuda, e non Gesù, a essere processato e crocefisso. C'è anche un “Vangelo di Giuda” del II secolo, un altro apocrifo scritto in greco, nel quale il tradimento è considerato “un atto d'obbedienza”. In tal caso, diventa un eroe e muore lapidato dagli altri apostoli.

Le ipotesi che lo riguardano sono infinite e il personaggio continua a sfuggirci. Tuttavia, proprio i giorni della Pasqua invitano a ripensarlo, a riflettere su quanto accadde allora in Galilea, indipendentemente dalla fede che si professa.

Due libri possono essere utili per iniziare questo percorso meditativo su Giuda. Uno si deve a Giuseppe Lanza del Vasto e l'altro a Charles Péguy. Cominciamo da quest'ultimo: Jaca Book ha riproposto, dopo la prima edizione del 1997, “Getsemani” (pp. 64, euro 8). Vi è una mirabile descrizione del bacio con cui l'apostolo tradì Gesù.

Péguy immagina che poco prima di quel gesto “tutto il mondo era al suo posto” e che “l'avvenimento era chiamato in servizio”. Lo scrittore e poeta francese, che morirà in battaglia nel 1914, cerca di isolare quello schiocco di labbra: “Giuda era pronto e il bacio saliva alle labbra di Giuda. Il bacio che attendeva dai secoli dei secoli. Il bacio che nei secoli dei secoli in seguito si ripercuoterà eternamente. Il bacio annunciato, il bacio che si ripercuote da tutta l'eternità”.

Lanza del Vasto (1901-1981) pubblicò il suo libro su “Giuda” nel 1938, fu riproposto nel 1975 e poi, riveduto e corretto, nel 1976; la quarta ristampa è del 1990, la nuova edizione esce ora da Calabuig (pp. 176, euro 18). Un libro con un suo fascino, che nasce da una meditazione quasi mistica sul personaggio. Scrive Lanza del Vasto: “Se Gesù è Figlio di Dio e Redentore del mondo, ne segue per logica conseguenza che Giuda è l'universale onnipresente amico dal bacio”.
“Perché Giuda era ed è uno di noi”, nota Lanza del Vasto. Ma non il primo cristiano, sembra aggiungere descrivendone la morte. Ecco le sue parole: “Finire, bisogna finire. Trovò la corda che gli pendeva al collo, la legò al fico maledetto, al ramo teso sopra il precipizio. Titubò ansando: “E se, dall'altra parte, dovessi incontrare lui?”.

Ma si riprese, fece: no, colla testa, disse con forza: “Credo in te, solo in te, nero e tondo nulla!”.

Poi si lasciò cadere.

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