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Comcast, conti sopra le stime e la sfida del servizio streaming

di Andrea Biondi

2' di lettura

Un 2019 iniziato bene, sulla scorta delle buone notizie che arrivano da Nbc Universal e dal servizio internet ad alta velocità. Il vero neo è la pay tv tradizionale negli Usa, che continua a perdere colpi a seguito dell’avanzata dellatv on demand e degli over the top, da Netflix, ad Amazon Prime a Hulu. Non a caso nel 2020 arriverà un servizio streaming di Nbc Universal. Ma con un modello misto (pubblicità-abbonamenti) che sarà tutto da verificare sul campo.

Il colosso americano Comcast ha comunicato i conti del quarto trimestre e dell’intero 2018. Una comunicazione che, questa volta, interessa molto da vicino anche la realtà italiana essendo Comcast la nuova proprietaria di Sky nella sua interezza (Uk, Regno Unito, Italia, Germania, Austria). Così, per la prima volta Comcast ha comunicato anche i risultati della divisione Sky, acquisita lo scorso ottobre dopo una battaglia contro 21st Century Fox di Rupert Murdoch. Le vendite trimestrali in questo caso sono salite del 5,6% anno su anno a 5,02 miliardi di dollari; gli utili adjusted sono stati di 765 milioni. Gli abbonati sono saliti a quota 23,6 milioni a fine 2018.

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Comcast ha chiuso il quarto trimestre del 2018 con utili e ricavi migliori del previsto grazie a un numero crescente di clienti che hanno sottoscritto i suoi servizi internet ad alta velocità, cosa che ha controbilanciato il continuo calo degli abbonati tv (-29mila contro i -33mila dell’anno precedente). Bene anche Nbc Universal che ospita le reti televisive dell'azienda e lo studio cinematografico e televisivo Universal. Nei tre mesi, il colosso americano di Xfinity e della tv via cavo ha registrato 2,51 miliardi di dollari di utili, o 55 centesimi ad azione, contro i 15 miliardi, o 3,17 dollari ad azione, dello stesso periodo dell'esercizio precedente (quando il dato era stato gonfiato da benefici fiscali una tantum). L’azienda ha annunciato un aumento del 10% della cedola a 84 centesimi ad azione su base annualizzata.

Il problema è quella caduta nei servizi di pay tv, significativa del cambiamento che a livello industriale sta attraversando il settore. Sull’avvio del nuovo servizio streaming, che comunque arriverà dopo le mosse di AT&T e di Disney, l’ad Brian Roberts ha dichiarato che il servizio si distinguerebbe per il carico pubblicitario «leggero» e per la programmazione originale. «Crediamo di poter generare un valore significativo con questo servizio nel tempo», ha aggiunto «diventando leader in questo segmento di pubblicità mirata sullo streaming digitale». I clienti a banda larga crescono. Ma qui è la vera sfida.

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