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Piazza Affari recupera nel finale ma resta tensione su Usa-Cina, spread a 266

di Flavia Carletti e Andrea Fontana

Così i tweet di Trump destabilizzano i mercati

3' di lettura

L'inversione di tendenza di Wall Street sul finale di seduta delle Borse europee e l'allugo del prezzo del petrolio (Wti giugno a 62,3 dollari al barile, Brent luglio a 70,5 dollari al barile) dopo il calo delle scorte Usa hanno permesso ai listini continentali di rialzare la testa. Francoforte, guidata dai dati sulla produzione industriale tedesca, è stata la migliore (+0,7%) mentre anche Piazza Affari, in rosso per gran parte della giornata, ha chiuso a -0,07% nel FTSE MIB. L'attenzione degli operatori è tutta sul negoziato Usa-Cina per scongiurare l'annunciato incremento delle tariffe sui prodotti di importazione cinese che Washington è pronta a far scattare da venerdì mattina ma sono state soprattutto le trimestrali a muovere i principali titoli della Borsa milanese.
Sul Ftse Mib Ubi Banca è stata la migliore (+4,8%) dopo conti sopra le attese seguita da Ferrari (+2,6%) e Recordati (+2,3%). Giù Poste Italiane (-3,2%) colpita dai realizzi scattati da una trimestrale con numeri in calo ma migliori delle previsioni. Giù anche Telecom Italia (-1,9%) che ha iniziato a scendere alla pubblicazione dei risultati di Tim Brasil. Exploit di Piaggio (+8%) grazie ai numeri superiori alle previsioni. Il listino di Piazza Affari è stato fiaccato nel corso della giornata anche dalle tensioni interne al Governo italiano e alla maggioranza (caso Siri) che hanno temporaneamente riportato lo spread fino a 275 punti base per ppi chiudere a 266.

Investitori tra rischio dazi e speranza accordo a Washington
Il mercato sembra giudicare sempre più probabile il rialzo dei dazi annunciato dall'amministrazione Trump, prima domenica e poi lunedì, su 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi. Lo scatto al 25% dal 10% entrerà in vigore alle 6 del mattino italiano di venerdì. Ora non resta che vedere se l'arrivo a Washington dei negoziatori cinesi, capitanati dal vice premier Liu He, cambierà la situazione.
Il presidente americano ha accusato Pechino di volere rinegoziare quanto gia' deciso e ha confermato che il vice premier cinese Liu He è in arrivo a Washington «per raggiungere un accordo. Vedremo». Forse quel «vedremo» fa ancora sperare qualcuno ma gli Usa sono determinati nel volere alzare i dazi visto che la relativa notifica è pronta per essere pubblicata domani. Secondo gli analisti di Mps, «quando sembrava, solo due giorni fa, che gli operatori avessero preso con una certa "compostezza" le minacce di nuovi dazi da parte di Trump, ecco che la giornata di riflessione ha portato a un ritorno della paura tra gli operatori, testimoniato dal forte rialzo della volatilità sui mercati azionari». In questo contesto, continuano gli analisti, «la notizia della partenza della delegazione cinese il prossimo 9 maggio non è riuscita a calmare gli animi portando a un classico movimento di risk-off: vendite su azionario e materie prime, acquisti sui beni rifugio (oro, yen e bond core)». Da non dimenticare, inoltre, che ieri le nuove stime di crescita presentate dalla Commissione Ue hanno visto una riduzione delle prospettive per l’Italia e la Germania.

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Euro oscilla sulla soglia di 1,12 dollari, petrolio sale dopo scorte Usa
Sul fronte dei cambi, euro/dollaro sempre in area 1,12 scambiato in chiusura a 1,1212. Petrolio volatile con il Brent sopra 70 dollari al barile e il Wti che avvicina quota 62: le scorte settimanali di greggio negli Stati Uniti sono scese di quasi 4 milioni di barili mentre ci si aspettava un leggero incremento. Nella settimana conclusa il 4 maggio scorso, le scorte di petrolio negli Stati Uniti sono inaspettatamente calate. Il dato è sceso di 3,963 milioni di barili a 466,604 milioni di unità dopo il balzo di 9,934 milioni di barili nella settimana precedente e contro attese degli esperti per un incremento di 0,2 milioni di unità. L'utilizzo della capacità degli impianti è scesa all'88,9% dall'89,2% della settimana precedente, mentre le attese erano per un dato all'89,9%.

IL RENDIMENTO DEL BTP A 10 ANNI

Dati al 07/05/2019(Fonte: Silvio Bona, analista indipendente)

IL RENDIMENTO DEL BTP A 10 ANNI

BTp, spread torna a 266 punti in chiusura dopo top a 275
Chiude in rialzo, ma sotto i massimi di giornata, lo spread BTp/Bund che a meta' seduta si era spinto ai massimi da febbraio sull'onda dei timori per la tenuta del Governo e sui dubbi per la crescita, dopo il taglio delle stime Ue. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005365165) e il titolo tedesco di pari scadenza ha chiuso a 266 punti base, in rialzo dai 262 punti della vigilia, dopo aver toccato anche quota 275 punti. In aumento anche il rendimento del BTp decennale benchmark che ha terminato la seduta al 2,62%, dal 2,59% del riferimento precedente.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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