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Shale oil, Chevron getta la spugna. Anadarko va in sposa ad Occidental

di Sissi Bellomo

(Reuters)

2' di lettura

Non ci sarà una gara di rilanci per Anadarko. Chevron si è ritirata dalla contesa, dichiarando di non voler «vincere ad ogni costo». La compagnia petrolifera – corteggiata soprattutto per lo shale oil nel bacino di Permian – andrà quindi in sposa ad Occidental, che ha offerto 38 miliardi di dollari, al netto dell’assunzione del debito, di cui quasi l’80% in contanti.

Guidata da Vicki Hollub, una delle poche ceo donna nel settore dell’Oil & Gas, Oxy aveva fatto di tutto pur di conquistare Anadarko, affermando che la scalata rappresentava un’opportunità di quelle che capitano solo una volta nella vita.

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Dopo due anni di tentativi andati a vuoto, alla fine Hollub è riuscita nel suo intento. Decisiva è stata l’ultima proposta, presentata domenica scorsa, con cui Occidental non solo ha alzato la quota di contanti (in precedenza era il 50%) ma è riuscita – proprio grazie a questa mossa – a rimuovere il potenziale ostacolo di un voto della sua assemblea dei soci, il cui esito non appariva scontato.

Oxy ha anche portato dalla sua parte il leggendario finanziere Warren Buffett, che attravero Berkshire Hathaway si è impegnato a investire 10 miliardi di dollari nel gruppo dopo l’eventuale fusione con Anadarko. Inoltre ha siglato un accordo con Total per cederle – sempre dopo la fusione – asset per 8,8 miliardi di dollari in Africa, risolvendo in buona parte il nodo delle dismissioni, necessarie per non indebolire troppo il bilancio.

La major francese si porterà dunque a casa operazioni in Algeria, Ghana, Sudafrica e soprattutto una partecipazione (con tanto di operatorship) in Mozambique Lng, importante progetto nel gas liquefatto che dovrebbe ricevere via libera all’investimento entro fine anno.

«Vincere in qualsiasi contesto non significa vincere ad ogni costo», ha commentato il ceo di Chevron, Michael Wirth, rinunciando ad Anadarko con un giorno di anticipo rispetto ai termini previsti dall’accordo per la fusione

Il cda della stessa Anadarko lunedì aveva dichiarato ufficialmente di considerare l’ultima offerta di Occidental una «proposta superiore», facendo scattare il conto alla rovescia di quattro giorni (che sarebbe scaduto il 10 maggio) durante i quali Chevron – che aveva offerto 33 miliardi di dollari, di cui un terzo cash – avrebbe potuto rilanciare o abbandonare il campo, intascando una breaking fee da miliardo di dollari (che Oxy si è impegnata a pagare per conto di Anadarko).

Wirth non ha ritenuto opportuno spingersi oltre. «La disciplina nella gestione dei costi e del capitale è sempre importante – ha affermato il ceo di Chevron attraverso un comunicato – Non diluiremo i nostri guadagni né eroderemo valore a danno dei nostri azionisti pur di portare a termine un deal».

Chevron si è anzi impegnata a redistribuire più denaro agli azionisti: aumenterà del 25% le operazioni di buyback, a 5 miliardi di dollari l’anno.

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