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Google e Microsoft corrono, 40 miliardi di utili in due

Pubblicità digitale e cloud sostengono i conti dei due big nei tre mesi tra luglio e settembre. Anche Twitter e Robinhood alla prova dei conti

di Marco Valsania

5' di lettura

Alphabet – e il suo motore di ricerca Google - corrono con la pubblicità digitale. Il colosso capitanato da Sundar Pichai ha sollevato il sipario su profitti operativi quasi raddoppiati rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso a 21,03 miliardi di dollari e utili netti in rialzo di un terzo a 18,94 miliardi, pari a utili per azione di 27,99 dollari. I profitti di gestione sono quasi tripli rispetto al periodo pre-pandemia.

Il fatturato è salito del 41% a 65,12 miliardi, risultati entrambi nettamente superiori alle attese. La marcia delle revenue è stata la più significativa da almeno in 14 anni, forte di un aumento del 43% nella raccolta di inserzioni, ad oltre 53 miliardi al netto di commissioni.

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Microsoft, guidata da Satya Nadella, ha riportato a sua volta conti trimestrali oltre le previsioni, con profitti in rialzo del 48% al record di 20,5 miliardi, prima volta sopra la soglia dei 20 miliardi, pari a 2,27 dollari per azione, e un giro d'affari salito del 22% a 45,3 miliardi. La performance è stata trainata dal business del cloud computing esploso con la digitalizzazione accelerata dagli shock della pandemia. Nadella ha commentato che la domanda di tecnologia dovrebbe rimanere robusta anche nel clima di maggiori tensioni economiche e rialzi dei prezzi, perchè è “una forza deflazionistica in un'economia segnata da maggior inflazione”.

La cassaforte degli utili delle Big Tech Usa

Assieme agli 1,45 miliardi di Netflix, gli 1,6 di Tesla e i 9,2 di Facebook, la pattuglia dei grandi leader tecnologici e Internet americani ha finora rastrellato profitti per 52 miliardi di dollari una volta contati Alphabet e Microsoft. In attesa degli ultimi due colossi, Apple e Amazon, che se anche solo rispetteranno le previsioni giovedì sera aggiungeranno miliardi al bottino. Un'altra società sotto i riflettori ha dato i conti e ha deluso: il broker online Robinhood, salito alla ribalta a inizio anno come favorito di nuove generazioni di investitori retail che hanno trattato intense compravendite di meme stock e criptovalute oggi in odore di maggior regolamentazione. Ha riportato perdite pari a 2,06 dollari e entrate per 365 milioni contro i 432 milioni attesi, accanto a una brusca caduta degli utenti attivi. Il titolo ha ceduto l'8% nel dopo mercato.

E la corsa della market cap oltre i 10.000 miliardi

La market cap di Borsa collettiva di influenti marchi tech, al cospetto di forti performance che si sono susseguite trimestre dopo trimestre , ha ormai raggiunto i 10.650 miliardi di dollari. E’ questa la somme di un gruppo di otto società forse ancora senza un acronimo ma indicative di performance divenute barometro per le piazze finanziarie - in ordine di grandezza (a Wall Street) Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon, Tesla, Facebook, Netflix e Twitter.

Google regina dei digital ads

La casa madre Alphabet era attesa a utili per azione da 23,75 dollari, e ad un fatturato cresciuto del 38%, il massimo in 14 anni, al traguardo record di 63,5 miliardi nel terzo trimestre dell'anno. Una marcia sull'onda del boom della pubblicità digitale che lei domina, con stime per il settore globale di una impennata delle inserzioni digitali del 26%. Un boom che ha accelerato il passo anche rispetto a precedenti proiezioni di un pur robusta crescita del 15%. E alimentato dalla crisi da pandemia e in seguito dalla ripresa, caratterizzata da un enorme consumo di content e servizi digitali e dalla conseguente migrazione delle inserzioni sempre più su canali Internet non solo da parte di grandi ma di piccole e medie imprese. Video compresi, dove Alphabet vanta la presenza di YouTube.

Le polemiche antitrust e di content

Alphabet non schiva però le polemiche su Big Tech. Su interventi antitrust per le sue stesse dimensioni e posizione dominante, e di nuova regolamentazione nel contenuto attraverso i suoi strumenti social. Martedì si sono svolte nuove audizioni al Congresso dove dirigenti della sua controllata YouTube, assieme a Snapchat e TikTok, sono finiti sulla difensiva, impegnandosi a maggiori azioni contro content dannoso per i più giovani. Facebook, che era stata già chiamata in Parlamento in una precedente audizione, è diventato il colosso Internet più nel mirino - anche se non il solo - per inadeguati controlli su disinformazione, promozione di odio e violenza, e impatto deleterio su teenagers.

Microsoft e il cloud di Azure

Per Microsoft, l’altro grande marchio che ha ora risposta all’appello del bilancio dando i risultati del suo primo trimestre fiscale, gli analisti si aspettavano utili per azione pari a 2,07 dollari, in rialzo del 14% a 16,2 miliardi, e un giro d'affari in aumento del 18% a 44 miliardi. Negli ultimi due anni il gigante del software e del cloud – dove è seconda solo a Amazon - aveva sempre battuto le previsioni. Proprio la presenza nel cloud, anzitutto nella divisione Azure cresciuta nell'era del lavoro in remoto, è diventata un grande motore di crescita: a metà anno vantava una quota di mercato del 22% contro il 31% della grande rivale Amazon, con la quale si batte per grandi contratti pubblici e della difesa oltre che del settore privato in un clima che vede l'avvento di un crescente numero di concorrenti minori. Gran parte delle aziende ha oggi una strategia di servizi in arrivo da molteplici fornitori nel cloud. Nonostante il nuovo affollamento, la spesa globale per il cloud rimane una torta che lievita enormemente, stimolata dalla rivoluzione digitale: stando a Gartner dovrebbe impennarsi dai 59 miliardi del 2020 a 107 miliardi nel 2022. Nell'era pandemia e post-pandemica, anche altri prodotti, quali il software collaborativo Teams (chat e videoconferenze) che compete con Zoom e Slack di Salesforce, sono diventati punti di forza nel business dell'azienda. Già a luglio contava su 250 milioni di utenti, cento milioni in più in tre mesi.

Crescita nella cibersecurity e nodo cinese

Microsoft, con i suoi servizi, è anche al centro della lotta globale per la sicurezza digitale: nei giorni scorsi ha scoperto e denunciato nuovi assalti di pirateria informatica da parte della Russia contro almeno 140 aziende hi-tech americane. Il suo business nella sicurezza riflette questo impegno e genera entrate da dieci miliardi l'anno. In incontri nei mesi scorsi alla Casa Bianca, dove il Presidente Joe Biden ha fatto della cibersecurity del Paese una priorità, ha promesso investimenti per 20 miliardi nel campo nell'arco di cinque anni. Un fronte internazionale delicato e problematico per l'azienda di Nadella è diventato però sempre più la Cina, in particolare per il suo social network per professionisti LinkedIn. Pechino rappresenta il terzo mercato per utenti per il social, ma Microsoft ha annunciato il ritiro dal Paese in reazione a strette sul controllo del governo locale. Nell'insieme LinkedIn è cresciuto fino a diventare un'attività da dieci miliardi di dollari di revenue l'anno.

Twitter

La società di microblogging di Jack Dorsey per gli analisti avrebbe dovuto dar conto di utili per azioni di 0,18 dollari nell'ultimo trimestre. Le entrate erano indicate in aumento del 37% a 1,28 miliardi. Gli utenti attivi medi quotidiani erano stimati in 211 milioni. Tra le incognite, tuttavia, l'impatto dei nuovi giri di vite sulla privacy, in particolare da parte di Apple sui suoi device mobili, che hanno pesato su altri protagonisti social quali Snap e la stessa Facebook limitando la penetrazione di pubblicità mirate. Twitter è società “mobile first”, considerata quindi particolarmente esposta e ha un passato di difficoltà nel monetizzare gli utenti e nelle tecnologie pubblicitarie.


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