l’indagine europea

L’Ue dà ragione all’Italia: danni da import riso da Birmania e Cambogia

(EPA)

2' di lettura

La Commissione Ue dà ragione ai produttori italiani di riso: c'è stato danno economico causato dalle importazioni a dazio zero da Cambogia e Birmania, Paesi per i quali potrebbe essere presto ristabilito il dazio. Sono le conclusioni dell’indagine iniziata nel marzo scorso dall'Esecutivo europeo, che ora proporrà al voto dei 28 il ripristino dei dazi ai due Paesi asiatici.

Lo riferiscono fonti Ue, ma anche il ministro delle politiche agricole, Gian Marco Centinaio, ha confermato la notizia con un tweet: «La Commissione ha chiuso l’indagine salvaguardia riso riconoscendo il danno alla risicoltura italiana e con la proposta di ripristinare per tre anni i dazi. Nei prossimi giorni lavoreremo per avere la conferma definitiva. Abbiamo perso oltre il 50% della superficie investita per la coltivazione. Non possiamo più permettercelo».

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Proprio l’Italia, con il sostegno di altri sette Paesi, aveva presentato domanda per l'attivazione della clausola di salvaguardia per i risicoltori europei. In Europa l'Italia è il primo produttore di riso, con 1,50 milioni di tonnellate pari a circa il 50% dell'intera produzione continentale. L'inchiesta era partita dalla constatazione che negli ultimi cinque anni le quote di mercato di riso cambogiano e birmano a dazio zero entrate nella Ue sono salite rispettivamente dal 13% al 21% e dallo 0% al 5 per cento. Soltanto nell'ultimo anno, ricorda la Coldiretti, dalla Cambogia e dalla Birmania-Myanmar sono sbarcati in Italia circa 22,5 milioni di chili di riso: un pacco di riso su quattro venduto nel nostro Paese conterrebbe prodotto straniero, con la produzione asiatica che rappresenta circa la metà del riso importato in Italia.

La clausola di salvaguardia consisterà nell'applicare alle importazioni da tali paesi i dazi per un periodo di tre anni così come previsto dal regolamento specifico. La Commissione propone di applicare la tariffa doganale pari a 175,00 euro a tonnellata per il primo anno ed in misura ridotta per il secondo e terzo anno.

Possibile ripristino dei dazi a inizio 2019
La decisione definitiva della Commissione Ue potrebbe arrivare all'inizio del 2019. Secondo le norme Ue sul regime commerciale preferenziale 'tutto tranne le armi', i dazi sono ristabiliti qualora ciò sia necessario per contrastare il deterioramento della situazione economica e finanziaria dei produttori Ue o finché persiste il rischio di tale deterioramento. Il periodo di reintroduzione non è superiore a tre anni, con possibilità di proroga.

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