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«Scelte del governo da bollino rosso» La bocciatura delle imprese bresciane

di Matteo Meneghello

(Carlo Carino)

2' di lettura

Gli industriali bresciani bocciano le scelte del Governo e lanciamo l’allarme crescita. «Abbiamo interpellato circa 300 imprenditori, ne esce un quadro da bollino rosso» ha detto ieri il presidente dell’Associazione industriale bresciana, Giuseppe Pasini, durante l'assemblea. Nessuno tra gli esponenti del Governo (per la politica locale c’era il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana) ha partecipato ieri alla riunione, se si esclude un collegamento video del sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon che ha dialogato in sala con il direttore dell’Osservatorio conti pubblici della Cattolica, Carlo Cottarelli, e il consigliere delegato Ubi, Victor Massiah.

LE VALUTAZIONI DEGLI IMPRENDITORI BRESCIANI

I risultati dell'indagine (Fonte: AIB I risultati dell'indagine)

LE VALUTAZIONI DEGLI IMPRENDITORI BRESCIANI

«Un segno allarmante di lontananza - ha detto Pasini -, che sottolinea uno scollamento dall’Italia che produce». Il sistema delle imprese bresciane è stato capace di investire più di un miliardo solo l’anno scorso, raggiungendo a giugno il record nell'export, 8,6 miliardi; Brescia è la terza provincia manifatturiera più specializzata d’Europa, il quinto Pil italiano. Ora questo quadro rischia uno stop. Nei primi tre mesi la produzione è cresciuta solo dello 0,1%, e in alcuni settori cardine di questo territorio, come meccanica e metallurgia, ha perso più del 4%». «Il trend della nostra provincia - ha spiegato Pasini - anticipa gli andamenti dell’economia nazionale. Purtroppo, i dati di oggi fanno allungare ombre sulla performance del paese».

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L’80% degli imprenditori bresciani interpellati da Aib giudica molto negativamente il Decreto dignità, le azioni su investimenti privati, su quelli pubblici, sulle infrastrutture e sul sistema pensionistico messi in opera dal Governo in questi primi mesi. «La nostra associazione - ha avvertito Pasini - è costituita per oltre il 92% da Pmi. Se miniamo la fiducia di queste imprese mettiamo in ginocchio tutta la filiera. Chi non vuole capire che la creazione di benessere passa dalle imprese non vuole ammettere che il lavoro è alla base di una società moderna e civile».

E a questo proposito il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha ricordato che «una realtà come Brescia ci aiuta a spiegare alla politica l’importanza della questione industriale. Le nostre imprese versano 70 miliardi di fiscalità all'anno e danno lavoro a 5,5 milioni di addetti, altro che prenditori. La politica non deve cavalcare ansie, ma trovare soluzioni. Questa, invece, è una manovra debole».

Pasini ha elencato temi fondamentali sui quali le imprese bresciane stanno investendo risorse e sui quali si aspettano risposte dal Governo. Snodi cruciali come il lavoro e la formazione. «Il lavoro - ha detto - non si crea a suon di decreti. Non vogliamo un paese in cui è preferibile un sussidio a uno stipendio: così non si crea benessere, ma dipendenza e povertà».

Preoccupazione anche sul fronte innovazione: «per Brescia - ha aggiunto -la trasformazione digitale è un’opportunità unica, e ci siamo messi in gioco. Ma il Governo ora toglie il super-ammortamento e taglia l’iper-ammortamento». Con la spesa pubblica ridotta quasi a zero, il vero motore, lo ha ricordato anche Victor Massiah, sono le imprese. «Sono convinto – ha concluso Pasini -, che Brescia sia un modello per l’Italia -: non si tratta solo di costruire capannoni, ma di mettere in moto un sistema che produce benessere per la collettività».

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