appello a ministeri e enac

Malpensa, aerei e decibel: riesplode la “guerra del rumore” dei comuni novaresi

di Natascia Ronchetti

Una veduta notturna di Malpensa - Ansa

3' di lettura

La guerra si trascina da anni, tra infuocate interrogazioni consigliari e allarmate lettere al ministero dei Trasporti e a quello dell’Ambiente. Da una parte ci sono la Provincia di Novara e quattro comuni del suo territorio, Pombia, Varallo Pombia, Castelletto Ticino e Marano Ticino, per un totale di circa 25mila abitanti. Dall’altra Enac e Sea Milano, che gestisce gli aeroporti di Malpensa e di Linate.

Tutto a causa dell’inquinamento acustico provocato dai voli che fanno capo a Malpensa, una media di 520 al giorno, per un totale – dati del 2018 – di oltre 24,5 milioni di passeggeri. «Sui nostri comuni, che distano pochi chilometri in linea d’aria dallo scalo lombardo, gravano una media di 130 voli al giorno, spesso il rumore supera ampiamente il limite dei 50 decibel e la popolazione è esasperata», dice il vice sindaco di Pombia Nicola Arlunno, che insieme alle altre tre amministrazioni comunali interessate e alla Provincia, dopo l’ultima riunione della Commissione aeroportuale di Malpensa ha nuovamente ribadito la necessità di avere diritto di parola sulla ridistribuzione dei voli.

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«Nemmeno la lettera di diffida all’Enac inviata dal ministero dell’Ambiente ha prodotto, fino ad ora, risultati», incalza Ferruccio Gallanti, presidente del comitato cittadini di Varallo Pombia per l’aeroporto Malpensa. «Il rumore fa persino tremare le finestre – prosegue Gallanti – e ci sono famiglie che vendono le loro case».

Il fatto è che la battaglia è destinata a diventare ancora più cruenta. In vista infatti c’è la chiusura dello scalo di Linate (dal 25 luglio al 27 ottobre), per il completamento di un restyling iniziato qualche anno fa che comprende anche il rifacimento della pista. Con il conseguente spostamento dei voli su Malpensa. «Anche se ancora non sappiamo di preciso il numero: molto dipenderà infatti anche dalle compagnie aeree», spiegano da Sea Milano.

GUARDA IL VIDEO / Il nuovo volto di Linate, concluso il primo step del restyling dello scalo

Tutto nasce da una circolare con la quale Enac ha rivisto i parametri dell’inquinamento acustico nell’area che circonda Malpensa. Circolare con la quale, a partire dal 2008, le istituzioni piemontesi sono state estromesse dalla Commissione aeroportuale di Malpensa, alla quale, da allora, sono invitate senza diritto di voto. E che non è considerata giuridicamente vincolante nemmeno dal ministero dei Trasporti, al quale la Provincia di Novara e i comuni piemontesi coinvolti si sono nuovamente rivolti qualche settimana fa per perorare la loro causa.

Con la prossima chiusura – temporanea – di Linate si è arrivati al muro contro muro. Enac ribadisce: «Le norme prevedono che possano far parte della Commissione aeroportuale i Comuni nel cui territorio si supera la soglia di 60 decibel». Per l’ente nazionale dell’aviazione civile, inoltre, «anche se tali Comuni non hanno diritto di voto, possono partecipare attivamente alle riunioni e possono anche presentare proposte». A loro volta gli amministratori piemontesi non si danno per vinti e chiedono di essere riammessi. «Non siamo contro l’aeroporto e il suo sviluppo – dicono -, ma il principio deve essere sempre quello di uno scalo al servizio del territorio e della popolazione, mai viceversa».

Ad aumentare la tensione c’è anche l’assenza dello scenario definitivo dei voli, previsto dalla legge, sulla cui base il gestore aeroportuale è obbligato anche a rispettare le zonizzazioni acustiche dei comuni limitrofi. «In vent’anni – spiega Arlunno – la commissione ha valutato 60 scenari possibili. Non uno, fino ad ora, è stato adottato». Ma l'adozione dello scenario, puntualizza Sea Milano, spetta appunto alla Commissione aeroportuale, su proposta dell'Enav, la società che gestisce il traffico aereo civile in Italia. «I sindaci dei comuni che fanno parte della commissione – replica Enav – hanno chiesto la riduzione del flusso di traffico su alcune rotte. Noi abbiamo fatto una proposta che è stata accettata, adesso dovrà iniziare la sperimentazione».

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