Industria-Finanza

Da Alibaba a Ynap, i colossi e-commerce sospendono Dolce&Gabbana in Cina

di Chiara Beghelli e Marta Casadei

Dolce & Gabbana chiedono scusa alla Cina per la pubblicità razzista

3' di lettura

«Dolce&Gabbana: zero elementi trovati». L’onda dell’affaire che ha portato alla cancellazione del mega show organizzato da Domenico Dolce e Stefano Gabbana a Shanghai si è abbattuta con forza sulla distribuzione del brand in Cina: a distanza di poche ore dall’accaduto, le collezioni della maison sono introvabili sulle principali piattaforme di e-commerce di moda e lusso come Tmall di Alibaba, Jd.com, ma anche sui siti cinesi del gruppo Ynap (Yoox e Net-à-porter). E, sebbene nessuno degli e-tailer abbia rilasciato dichiarazioni ufficialmente, fonti vicine alle aziende confermano la momentanea messa al bando. Un evento senza precedenti nella moda italiana.

Nel medesimo, strettissimo lasso di tempo i testimonial del marchio in Cina hanno pubblicamente affermato di aver rescisso i loro contratti: fra loro Karry Wang, della band TF Boys, e l’attrice Dilraba Dilmurat, che ha anche cancellato dai suoi account social tutti i post che menzionavano Dolce&Gabbana.

Loading...

Sempre sui social (Instagram, ma anche WeChat e Weibo) si sono moltiplicate le foto di cinesi che bruciano sneaker con logo D&G ai fornelli o gettano T-shirt nella spazzatura. Una tempesta che potrebbe non placarsi tanto presto: secondo l’analista Shaun Rein di China Market Research Group le conseguenze dell’accaduto potrebbero avere ripercussioni sulle vendite del brand anche per i prossimi 6-12 mesi.

Le conseguenze sulla rete di negozi “fisici” (il marchio milanese ha 58 punti vendita in Cina, un mercato da 400 milioni di euro di ricavi per Dolce&Gabbana) sono ancora difficili da prevedere, come quelle (eventuali) per i licenziatari di Dolce&Gabbana, come Luxottica per gli occhiali e Shiseido per la linea beauty, che non ha voluto rilasciare commenti in proposito.

La ragione dei comportamenti degli e-tailer è facilmente rintracciabile: arginare l’ira di quello che non solo è il principale cliente del lusso a livello globale, ma affermerà la propria leadership sempre di più. Capire il consumatore è il primo passo per essere più efficaci sul mercato: «Una presenza globale richiede ai marchi della moda e del lusso di essere profondamente consapevoli dei molteplici punti di vista che persone diverse possono avere riguardo ai loro prodotti e alla loro comunicazione», commenta Luca Solca, analista di Exane Bnp Paribas, responsabile del settore Luxury goods.

Il cliente cinese oggi è giovane - la parte del leone la fanno i Millennials - e digitalizzato, con elevato potere di spesa e, soprattutto, internazionale. Tanto che il 30% degli acquisti tax free in Europa, secondo Global Blue, è realizzato proprio dai cinesi, consapevoli del loro potere e fieri della propria nazionalità. Proprio l’ orgoglio nazionale, infatti, ha acceso la polemica nei confronti dei video postati su Weibo, che secondo fonti vicine a Dolce&Gabbana l’azienda avrebbe realizzato internamente e che sarebbero stati girati in un ristorante cinese di Milano. I video sono stati criticati per aver rappresentato il popolo cinese in modo stereotipato e poco rispettoso: «Lo stile ironico di Dolce&Gabbana funziona benissimo quando rappresenta la Sicilia e i siciliani attraverso la lente della tradizione - continua Solca -. I siciliani, ma anche gli italiani in generale, non si offendono e lo trovano divertente. Ma lo stesso identico stile non è necessariamente apprezzato da altri».

Il passo falso, ormai, è fatto. Ma, considerando che la maison sarà di nuovo sotto i riflettori nel weekend del 7-9 dicembre, in occasione della presentazione delle collezioni Alta moda a Milano, lo spazio per ripartire c’è: «Quello che è successo è un invito a ripensare la propria organizzazione in senso multinazionale, multiculturale - chiosa l’analista -. Credo che ogni passo falso commesso lungo questo percorso offra l’opportunità di correggersi e trovare il giusto equilibrio».

Riproduzione riservata ©

Consigli24: idee per lo shopping

Scopri tutte le offerte

Ogni volta che viene fatto un acquisto attraverso uno dei link, Il Sole 24 Ore riceve una commissione ma per l’utente non c’è alcuna variazione del prezzo finale e tutti i link all’acquisto sono accuratamente vagliati e rimandano a piattaforme sicure di acquisto online

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti