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Antisemitismo in aumento in tutta Europa

di Beda Romano

Antisemitismo, l'allarme di Einstein in una lettera

2' di lettura

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES – Un ampio sondaggio della Commissione europea, pubblicato oggi 10 dicembre a Bruxelles, ha rivelato un forte aumento dell'antisemitismo, almeno agli occhi della comunità ebraica in Europa. In una conferenza stampa, il vice presidente dell'esecutivo comunitario Frans Timmermans si è soffermato sulla situazione in Ungheria, paese nel quale lo stato di diritto è in dubbio e dove il finanziere George Soros è stato vittima di campagne antisemite.

Secondo lo studio demoscopico, l’85% degli ebrei interpellati dalla Commissione europea nota un aumento dell'antisemitismo negli ultimi cinque anni. Il fenomeno è ai loro occhi « il problema politico e sociale più importante nel loro paese di residenza ». Il sondaggio è stato condotto in 12 paesi dell’Unione: Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Olanda, Polonia, Spagna, Svezia, e il Regno Unito. Insieme questi paesi ospitano il 96% della comunità ebraica in Europa.

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L’89% degli ebrei considera l'antisemitismo più problematico su Internet e sulle reti sociali; il 28% è stato oggetto di molestie fisiche o verbali almeno una volta nell'ultimo anno; il 34% preferisce non visitare luoghi o eventi ebraici perché non si sentono in sicurezza; il 38% ha riflettuto alla possibilità di emigrare e lasciare l’Europa; il 70% ritiene che gli sforzi dei governi nazionali per combattere l’antisemitismo non sono sufficienti.

Il sondaggio giunge mentre in alcuni paesi sono visibili nuove forme di antisemitismo. In una conferenza stampa a Bruxelles, il vice presidente Timmermans ha denunciato oggi 10 dicembre campagne antisemite in Ungheria . Ha quindi esortato il premier Viktor Orbán a combattere le reazioni antisemite emerse nella società ungherese. «Non vi è paese nell'Unione che non sia vittima di questo fenomeno», ha aggiunto l'ex ministro degli Esteri olandese.
Il 28% degli ebrei austriaci ha denunciato gravi atti di antisemitismo negli ultimi cinque anni, rispetto al 19% degli ebrei italiani e all'8% degli ebrei ungheresi. Spesso il fenomeno si associa alla tendenza all'antisionismo.

In Germania l'85% degli ebrei nota che spesso, se non sempre, alla comunità ebraica vengono rimproverate decisioni controverse del governo israeliano (la quota in Italia è dell'86%). Il 91% degli ebrei italiani ritiene che il conflitto arabo-israeliano influenza in qualche modo la loro sicurezza.
Detto ciò, solo il 23% degli ebrei italiani ha considerato l'ipotesi di emigrare (rispetto al 44% dei tedeschi e dei francesi, e al 40% degli ungheresi). Al 73% di loro capita di evitare segni distintivi in pubblico (la quota è del 82% in Francia e del 56% in Ungheria). Più in generale, l'antisemitismo è ritenuto un problema molto importante o relativamente importante dal 72% degli interpellati in Italia, dal 95% di loro in Francia, dall'85% di loro in Germania e dal 77% di loro in Ungheria.
Il fenomeno dell'antisemitismo nasce in un contesto di crescente xenofobia in molti paesi europei. In un momento in cui è forte il contrasto tra élite e popolo, gli ebrei hanno i contorni di una comunità chiusa e benestante. Soprattutto, sono ritenuti un gruppo sociale che cavalca la globalizzazione, a differenza del popolo che la subisce. In questo senso, provoca gelosie e risentimenti, tanto più che proprio la loro proiezione internazionale li fa considerare poco leali nei confronti della comunità nazionale.

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