primo segno meno da maggio 2017

Frena l’economia cinese: manifattura in calo e gelo in Borsa

Il Drago cinese nel tunnel: l’econmia cinese continua a dare segnali di debolezza

2' di lettura

Il 2018 della Cina si è chiuso con la prima contrazione dell’attività industriale da oltre un anno e mezzo. La cattiva notizia arriva dal Caixin/Markit Manufacturing Purchasing Managers Index (Pmi) di dicembre, rilasciato questa mattina: l’indicatore segna una flessione a 49,7 punti dai 50,2 di novembre, primo calo da maggio del 2017. Il dato è in linea con una analoga rilevazione di lunedì, che registrava la frenata del settore manifatturiero della seconda economia del mondo.

La Borsa di Hong Kong ha accusato il colpo, lasciando sul terreno il 2,8%, con il peggior inizio d’anno dal 1995. L’indice Hang Seng aveva già perso il 14% nel 2018, il risultato peggiore dal 2011.

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Hanno pesato, e continueranno a farlo nel 2019, la debolezza degli ordini sul mercato interno e internazionale. In questo caso, il calo complessivo dei nuovi ordini è il primo in due anni e mezzo e arriva malgrado i tagli dei listini dei prezzi di vendita praticato dalle aziende. Il calo degli ordini all’export, invece, è ormai una costante ed è il nono consecutivo. Le tensioni commerciali con gli Stati Uniti si fanno sentire e a poco sembra servire la fragile tregua raggiunta di recente dal Donald Trump e Xi Jinping, che pure ha rimandato di 90 giorni i nuovi dazi decisi dagli Usa per il 1° gennaio.

E le aziende continuano a licenziare: la riduzione dei posti di lavoro nel settore ha ormai raggiunto una striscia ininterrotta di 62 mesi.

Per il 2019, la Banca mondiale stima una crescita complessiva del Pil cinese del 6,2%, ai minimi da circa 30 anni. La crescita del 2018, secondo le autorità di Pechino, dovrebbe attestarsi attorno al 6,5%, rispetto al 6,9 del 2017.

Diversi economisti, come Iris Pang di Ing, si aspettano a questo punto l’intervento del Governo con misure di sostegno per l’economia. A cominciare dal rilancio degli investimenti in infrastrutture. E proprio oggi è arrivato il via libera a 8 progetti di collegamento ferroviario per 33,8 miliardi di dollari.


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