l’intervista

Migranti, Muscat: «Malta e Italia, stessi problemi. Nel Global compact la soluzione»

di Valentina Furlanetto

Migranti sbarcati a Malta, 10 in Italia

3' di lettura

«La situazione sulla presenza di migranti è fluida, quello che vale per oggi è diverso domani. Quello che posso dirle è che siamo il terzo paese in Europa per quanto riguarda il numero di richieste di asilo nell'Unione europea. Siamo secondi solo ai greci e ai ciprioti». Secondo il premier maltese Joseph Muscat «c’è quindi una pressione su Malta. Siamo d’accordo nel dire che questo non è il problema di un solo paese, ma un problema europeo o meglio mondiale. Anche per questo abbiamo firmato il Global Compact on migration, che dice che il problema deve essere risolto a livello mondiale».

L'accordo che è stato raggiunto per la ridistribuzione dei migranti che erano a bordo della navi delle ong SeaWatch e della SeaEye è un successo di Malta o dell’Unione europea?

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Non è un successo perché se lo fosse sarebbe un sistema strutturato. E non lo è. Se c'è un merito lo dobbiamo dare alla Commissione Europea, perché ha fatto delle proposte e le ha coordinate. Ma poi ci sono stati otto stati membri più Malta che hanno risposto dando la loro disponibilità.

Voi siete riusciti a inserire anche i migranti che avevate salvato.

II popolo maltese non avrebbe capito se ci fosse stata una distribuzione di migranti che erano stati rifiutati da altri paesi – non entro nelle dinamiche di questa cosa – e nessuna distribuzione delle 250 persone che noi abbiamo soccorso. Mi avrebbero detto chiudi i porti pure tu così se ne occupa l’Europa. Invece i porti restano aperti e abbiamo raggiunto un’intesa. E sia chiaro che Malta si è fatta carico di 75 migranti, un numero molto maggiore di qualsiasi altro paese, più alto del numero di migranti che prenderanno paesi molto più grandi. Noi non ci lamentiamo, ma per noi è un segnale politico importante

Ha avuto occasione di sentire il ministro dell’Interno Salvini e il primo ministro Conte?

Con il signor Salvini non mi sono mai sentito, con il presidente del consiglio mi sento spesso, la sua predisposizione naturale è per il dialogo. Penso di avere una decente relazione con lui, non sempre siamo d’accordo su questo tema e mi dispiace perché alla fine Malta e Italia hanno le stesse problematiche e dovrebbero essere nella stessa parte per riformare il trattato di Dublino e non lasciare da soli i paesi di frontiera. Nel Global Compact c’è tutto quello che paesi come Malta e l’Italia hanno combattuto per molti anni. Tutti i governi, da Berlusconi, a Monti, a Letta a Renzi dicevano che tutti i paesi dovevano farsi carico del problema. Adesso abbiamo una bozza che dice questo e non mi capacito di come non venga accolto.

A Malta il tasso di disoccupazione è molto basso. È vero che avete anche molti immigrati italiani?

A Malta ci sono tanti italiani e sono i benvenuti. Abbiamo anche un fenomeno importante che è quello dei movimenti secondari. Si tratta di migranti che sono sbarcati in Italia e hanno ottenuto il permesso di soggiorno in Italia ma poi, non trovando lavoro lì, vengono qui. Il nostro tasso di disoccupazione è tale che siamo attraenti per molte persone.

C’è una certa tensione con l’Unione europea per quanto riguarda la cittadinanza che viene offerta a immigrati facoltosi

Prima di tutto sono numeri molto piccoli. Inoltre c'è un controllo molto rigido da parte nostra. Sono programmi che esistono in almeno quattro stati membri. La commissione Ue sta per pubblicare un rapporto di analisi su questo. Abbiamo detto alla Commissione che chiediamo che i principi stretti rigorosi che usa Malta vorremmo che venissero applicati anche agli altri stati membri.

C’è un’ondata populista in Europa dalla quale Malta sembra al riparo. Come mai?

Nessuno è al riparo dal populismo, ma noi parliamo con la gente. Devo ammettere che è più facile perché siamo un paese piccolo. Ma anche qui gli anziani hanno paura dei nuovi arrivi, queste paure vanno comprese. Anche noi come socialdemocratici diciamo che tutti devono osservare le leggi, non è razzismo. Se c'è sicurezza con pattugliamenti in zone a rischio la gente è confortata. Non trattiamo con i leader estremisti ma dobbiamo parlare con la genete che vota questi partiti. Non sono estremisti sono persone perbene che hanno domande legittime le quali domande i partiti tradizionali non danno risposte Danno risposte solo gli estremisti, sono le risposte sbagliate ma sono le uniceh in giro”

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