il discorso dalla casa bianca

Shutdown, Trump: tutele ai «dreamers» in cambio del muro con il Messico

dal nostro corrispondente Riccardo Barlaam

Trump propone tutela di 3 anni per i "dreamers"

5' di lettura

NEW YORK - Dopo quattro settimane di shutdown Donald Trump in un appello alla nazione dalla Diplomatic reception room, una delle tre stanze ovali della Casa Bianca, ha lanciato un’offerta di compromesso ai democratici per porre fine al blocco del governo. «L’America è un paese fatto da immigrati tutti uniti sotto la bandiera a stelle e strisce». Il presidente ha esordito con un richiamo alle origini di questo paese multietnico, multiculturale e multireligioso. Ricordando le caratteristiche degli Stati Uniti, caratteristiche che hanno contribuito alla sua fortuna facendola diventare la prima potenza mondiale – lui stesso è figlio di immigrati tedeschi.

Decenni di politiche fallimentari
«Dopo decenni di politiche fallimentari sull'immigrazione - ha spiegato il presidente - viviamo in una situazione di emergenza legata alla sicurezza e di emergenza umanitaria per i tanti problemi legati al non controllo dei confini». Trump ha parlato dei bambini immigrati che finiscono nelle gang dei latinos e delle donne immigrate vittime di violenze sessuali. Ha ricordato ancora il traffico di droga che uccide 78mila persone ogni anno negli Stati Uniti. «Dobbiamo fermare questo flusso incontrollato e bloccare la porta aperta che permette di entrare nel nostro paese. Da candidato presidente io ho promesso che avrei risolto questo enorme problema. E voglio farlo».

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«Coraggio politico per una soluzione»
Trump ha invitato ad avere il «coraggio politico per fare ciò che bisogna fare e trovare una soluzione». Il presidente ha lanciato un appello ai democratici moderati: «È tempo di isolare le voci più estreme e mettersi insieme a cercare una soluzione per concludere lo shutdown del governo. Io, in cambio, mi impegno a fare una riforma delle politiche sui migranti. Un compromesso i partiti lo devono trovare. La sinistra radicale non vuole il controllo dei nostri confini», ha detto. Poi ha elencato tutti i particolari del suo piano per rendere più sicure le frontiere, voce per voce, con i finanziamenti previsti. Tra le misure, oltre alla “steel barrier” alta nove metri di 220 miglia che vuole realizzare entro l'anno, ha ricordato anche il capitolo degli 800mila dollari in aiuti umanitari.

Un sentiero per la fine dello shutdown
«Sono qui – ha ribadito Trump - per proporre al Congresso una strada per porre fine allo shutdown del governo». E ancora, per difendere la sua idea: «Se facciamo il muro i traffici di droga e le violenze nel nostro paese si ridurranno drasticamente. Molte di queste idee in passato sono state proposte dai democratici».

L’apertura sui dreamers
In cambio del sostegno al suo piano per la sicurezza dei confini il presidente ha aggiunto due punti al suo piano. Primo: si è impegnato a trovare una soluzione legislativa che prolunghi di tre anni il permesso di soggiorno per i dreamers. I figli degli immigrati irregolari arrivati da bambini e cresciuti negli Stati Uniti che, pur non essendo cittadini americani, hanno una protezione grazie a una legge approvata dall'amministrazione Obama nel 2012 (il programma Daca, Deferred action for childhood arrivals). Una legge sospesa nel settembre scorso dall'amministrazione Trump: si tratta di 800mila persone, secondo i dati della Casa Bianca, provenienti da Messico, Salvador, Guatemala e Honduras che hanno usufruito dello status di protezione in questi anni e che rischiano di dover essere rimpatriati dal 5 marzo.

Secondo punto: Trump si è impegnato a trovare una soluzione legislativa che estenda la protezione, un “ombrello” di tre anni anche per i 300mila migranti che hanno lo status di protezione temporanea (Tps), durante il quale possono cercare un lavoro, cercare di ottenere il codice fiscale, di accedere all'assistenza sanitaria e così via. Insomma una mano tesa dal presidente all'opposizione per cercare una soluzione al cortocircuito politico che da un mese esatto blocca le attività del 25% del governo americano e di una dozzina di agenzie federali. In cambio dei fondi per il suo muro. “Se i democratici mi aiuteranno a realizzare il mio piano immediatamente riapriremo il nostro governo”, ha concluso Trump.

Pelosi: offerta insufficiente
La speaker della Camera Nancy Pelosi, leader dell'opposizione, ha definito «insufficiente» e «destinata al fallimento» l’0fferta di Trump di una difesa dei dreamers in cambio dei fondi per il muro. «Non è uno sforzo in buona fede sui migranti e potrebbe non essere approvata dalla Camera», ha detto. Pelosi chiede invece di riaprire subito il governo. E non è disposta a nessun tipo di compromesso con Trump sul muro. I democratici sarebbero pronti ad aggiungere alla legge di bilancio che finanzia il governo federale – il provvedimento che Trump rifiuta di firmare dal 21 dicembre - oltre un miliardo di dollari per la sicurezza dei confini, ma non per il muro: 524 milioni per migliorare le infrastrutture agli ingressi di frontiera, in particolare nei porti e nei terminal della logistica; e altri 563 milioni per pagare 75 giudici preposti a valutare le richieste di asilo dei migranti fermi nei centri di detenzione alla frontiera sud. Insomma, lo stallo istituzionale continua.

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Stop ai voli di stato dei parlamentari
Il blocco di un quarto delle attività del governo e di una dozzina di agenzie federali è arrivato al 30esimo giorno e non sembrano esserci sono spiragli per una soluzione. Il presidente ha annullato il viaggio di tutta la delegazione americana al World economic forum di Davos, in Svizzera, “per solidarietà con gli 800mila grandiosi dipendenti statali costretti a non lavorare”. Subito dopo aver scritto una lettera a Pelosi per comunicarle che il suo prossimo viaggio ufficiale all'estero a Bruxelles, in Egitto e in Afghanistan è stato cancellato a causa dello shutdown. «Durante questo periodo, sarebbe meglio che restasse a Washington a negoziare. Se proprio vuole andarci può usare un volo commerciale», ha detto ironico ai giornalisti il presidente. Pelosi ha fatto sapere di aver posticipato il viaggio all'estero perché gli è stato sconsigliato per ragioni di sicurezza – è la terza carica dello stato – di viaggiare su voli commerciali. Venerdì l'amministrazione, dopo lo stop al viaggio di Pelosi, inoltre ha vietato tutti i viaggi dei parlamentari americani, democratici e repubblicani, «su qualsiasi velivolo di proprietà del governo o operato dal governo senza l'espressa autorizzazione del capo dello staff della Casa Bianca», come indicato in un memo dell'amministrazione.

Timori per la crescita dalla Fed
Dalla Federal Reserve è stato lanciato indirettamente un monito al presidente e alla speaker della Camera: uno shutdown prolungato del governo federale rallenterà l'economia. John Williams, presidente della Fed di New York, ha spiegato che le incertezze stanno aumentando mentre Trump e Pelosi si scontrano sul muro. Parlando dalla Banker association in New Jersey, Williams ha aggiunto che lo shutdown sta impedendo alla Fed di avere dati macroeconomici “vitali” su cui basare le sue decisioni. Decisioni su un rialzo dei tassi sulle quali la banca centrale americana si muoverà con molta prudenza. Un mese di blocco costa all'economia americana già oltre mezzo punto di Pil in meno, secondo le stime dei consiglieri del presidente, 13 punti base a settimana.

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