ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùil colosso dell’e-commerce

Amazon non costruirà più a New York il suo secondo quartier generale

di Marco Valsania

Amazon lancia canale per televendite

2' di lettura

Niente più nuovo quartier generale di Amazon a New York City. Il colosso dell’e-commerce e di Internet ha annunciato di aver cancellato i piani per un investimento che avrebbe creato una sede con 25mila posti di lavoro nel quartiere del Queens, in cambio di incentivi pubblici complessivi per circa tre miliardi di dollari. Le polemiche scoppiate nelle comunità e tra i politici locali sugli aiuti concessi alla grande azienda avevano però messo in dubbio la fattibilità del progetto e già nelle scorse settimane Amazon aveva lasciato filtrare di voler riconsiderare la sua decisione.

«Dopo numerose riflessioni e considerazioni, abbiamo deciso di non portare avanti i piani di costruzione per un quartier generale a Long Island City nel Queens», ha detto la portavoce della società Jodi Seth.
New York doveva diventare la metà di un nuovo quartier generale del gruppo, un onore che avrebbe spartito con la Virginia, alla periferia della capitale Washington Dc, dove sarebbe sorto un identico campus con a sua volta 25mila dipendenti. L’originale quartier generale del colosso di Jeff Bezos è a Seattle.

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Non è chiaro come ora Amazon intenderà procedere: da quanto emerso non intende riaprire un’asta tra le città americane per decidere dove eventualmente costruire la sede adesso sfuggita a New York. Potrebbe concentrare i suoi sforzi per il momento sulla nuova sede in Virginia.
Le principali autorità di New York, a cominciare dal governatore Andrew Cuomo e dal sindaco Bill De Blasio, avevano promesso gli incentivi per vincere la gara nazionale che era scattata tra decine di città per attirare Amazon. I critici hanno però sostenuto che gli aiuti erano un regalo non necessario ad un gigante come Amazon dotato di vaste risorse. E che Amazon aveva in realtà tutto l’interesse a venire a New York e in Virginia, vista la sua espansione in media e pubblicità (la cui capitale è New York) e nei contratti governativi, Pentagono compreso (Washington Dc).

Il deal era stato osteggiato fin da subito da molti a livello locale, sia associazioni che parlamentari. Il rischio che emergano seri ostacoli al progetto è cresciuto quando un duro critico dell’operazione, il senatore statale democratico Michael Gianaris, è entrato nel Public Authorities Control Board, che supervisiona l’uso di fondi e terreni pubblici per qualunque progetto.
Il governatore democratico Cuomo aveva reagito con rabbia al rischio, definendo l’opposizione all’accordo con Amazon “irresponsabile”. Il sindaco DeBlasio, suo collega di partito, aveva sua volta difeso il deal e affermato di aspettarsi che “Amazon tenga fede ai suoi impegni”. Ma l’opposizione è cresciuta proprio dentro i ranghi del partito democratico. La deputata nazionale Alexandria Ocasio-Cortez, una delle leader dei critici agli aiuti a Amazon ed eletta proprio a New York, ha sottolineato come il nuovo dibattito sia salutare, tanto più necessario visto che le decisioni originali sul progetto erano state prese senza trasparenza e “senza consultare le comunità locali”. I sindacati newyorchesi, a loro volta tra gli oppositori degli incentivi a Amazon, hanno in particolare accusato l’azienda di effettuare indebite pressioni e di “bullismo”. In prima linea è la Retail, Wholesale and Department Store Union, la quale teme che l’espansione di Amazon comporti anche la distruzione di troppi piccoli business locali.

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