DA ADDIS ABEBA A NAIROBI

Volo Ethiopian Airlines si schianta dopo il decollo: 157 morti, di cui 8 italiani

Cina ed Etiopia fermano l'aereo maledetto

5' di lettura

Un aereo dell'Ethiopian Airlines diretto a Nairobi si è schiantato subito dopo il decollo da Addis Abeba. Nell’incidente, fa sapere la tv di Stato etiope, sono morte tutte le 157 persone a bordo, 149 passeggeri e 8 membri dell’equipaggio. Lo schianto è avvenuto alle 8.44 locali, 6 minuti dopo il decollo ad una cinquantina di chilometri a sud della capitale etiope. Secondo fonti qualificate tra le vittime ci sarebbero anche 8 italiani, come confermato dal Governo del Kenya e dalla Farnesina. Tra le vittime italiane tre cooperanti della Onlus Africa Tremila di Bergamo, Paolo Dieci, presidente di rete LinK 2007, nonché Carlo Spini, 75 anni, originario di Sansepolcro (Arezzo) e residente a Pistoia, che era in viaggio
con la moglie Margherita Viggiani, deceduta anche lei nell'incidente.

In lista passeggeri anche l’archeologo siciliano Tusa
Nella lista dei 157 passeggeri figura anche l'assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana Sebastiano Tusa, archeologo di fama internazionale, Sovrintendente del Mare della Regione. Tusa era diretto in Kenia, per un progetto dell'Unesco, dove era già stato nel Natale scorso insieme con la moglie, Valeria Patrizia Li Vigni, direttrice del Museo d'Arte contemporanea di Palazzo Riso a Palermo.

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Aereo nuovo, pilota autorizzato a rientrare
Il pilota aveva comunicato difficoltà e chiesto e ottenuto il permesso di tornare indietro subito dopo il decollo. «I controlli e la manutenzione di routine non hanno mai rivelato alcun problema - ha sottolineato il ceo di Ethiopian Airlines, Tewolde Gebremariam -. Era un aereo nuovo di zecca consegnato a novembre 2018». Il velivolo era un Boeing 737-8 MAX, lo stesso dell’aereo dell’indonesiana Lion Air che cadde il 29 ottobre scorso nel Mare di Java pochi minuti dopo il decollo, causando la morte delle 189 persone a bordo. La tv di stato etiope ha reso noto che è stata ritrovata la scatola nera.

Ethiopian Airlines, Cina e Indonesia sospendono uso del Boeing 737 Max
Per questo motivo, sia l’Ethiopian Airlines che tutte le compagnie aeree cinesi hanno bloccato tutti gli aerei Boeing 737 Max. «A seguito del tragico incidente del 10 marzo - si legge in un tweet della compagnia - Ethiopian Airlines ha deciso di tenere a terra tutti i Boeing 737 Max. Non si conoscono ancora le cause della sciagura e la decisione è presa in via precauzionale. La compagnia - conclude il comunicato - diffonderà ulteriori informazioni non appena disponibili». Anche le compagnie aeree cinesi hanno ricevuto l’ordine dall’amministrazione dell’aviazione civile cinese di sospendere l’uso del Boeing 737 Max dopo l’incidente di ieri, riporta la rivista finanziaria Caijing, mentre la Corea del Sud ha lanciato una indagine «precauzionale», con un team di 4 tecnici che ha visitato la Eastar Jet, compagnia locale low cost, avviando accertamenti sul pilota automatico e altri sistemi. L'esame si concluderà venerdì e non ci sono al momento piani per tenere a terra i B737 Max, riferisce l’agenzia Yonhap. Anche l’Indonesia ha seguito l’esempio cinese, ordinando la messa a terra dei Boeing 737 Max in possesso delle flotte di Lion Airlines e di Garuda Indonesia. Il ministro dei Trasporti indonesiano ha stabilito che i velivoli vengano lasciati a terra da domani, quando inizieranno le ispezioni e potranno tornare in servizio solo dopo la certificazione degli ispettori di volo.

Cauta l’agenzia europea per la sicurezza aerea
Per l’agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) è ancora troppo presto per fornire indicazioni alle compagnie europee, o per agire, ha detto un portavoce. L’Easa è in contatto con l'autorità americana Federal Aviation Administration (Faa) e con le autorità etiopi e «sta monitorando» la vicenda. Intanto la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in relazione alla morte degli otto italiani nel disastro aereo. Il procedimento, coordinato dal procuratore Giuseppe Pignatone, è al momento senza indagati e ipotesi di reato.

Vittime di 33 nazionalità
I 157 passeggeri morti a bordo dell’aereo precipitato erano di 33 nazionalità. Secondo le autorità locali oltre a italiani, britannici, etiopi e kenioti, tra le vittime dell'aereo caduto in Etiopia ci sono anche canadesi, cinesi, americani, indiani, francesi, indiani, olandesi e egiziani. Le autorità avevano detto in precedenza che 32 keniani e 9 etiopi erano tra le vittime. Ora si aggiungono 18 canadesi, otto ciascuno da Cina, Stati Uniti e Italia, sette ciascuno da Francia e e Gran Bretagna, sei dall'Egitto, cinque dall'Olanda e quattro dall'India e dalla Slovacchia.

Nella combo in alto da sinistra l'assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana Sebastiano Tusa, archeologo di fama internazionale, i tre componenti della ong bergamasca Africa Tremila: il presidente Carlo Spini - 75 anni, originario di Sansepolcro (Arezzo) e residente a Pistoia - sua moglie, infermiera, Gabriella Vigiani e il tesoriere della onlus Matteo Ravasio, Virginia Chimenti, funzionaria del World Food Programme dell'Onu, Maria Pilar Buzzetti, e Paolo Dieci, presidente di Cisp e partner di Unicef in Kenya tutti nella lista dei connazionali che erano a bordo del volo dell'Ethiopian Airlines precipitato poco dopo il decollo ad Adis Abeba, 10 marzo 2019. ANSA

Mattarella, Paese riconoscente a loro impegno
«La tragedia aerea in Etiopia, che ha visto 157 vittime e fra esse 8 connazionali, mi addolora profondamente. Il Paese guarda con riconoscenza al loro impegno professionale e di vita, speso sul terreno della cultura e dell'archeologia, della cooperazione, di organizzazioni internazionali a servizio dello sviluppo umano. Nel rendere omaggio alla loro memoria, rivolgo sentimenti di partecipazione
e cordoglio ai familiari delle vittime e alle istituzioni che hanno visto il loro impegno». E' quanto scrive il presidente Sergio Mattarella in una dichiarazione sulla tragedia dell'aereo caduto in Etiopia.

Anche il presidente del Parlamento europeo evicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, ha espresso le sue condoglianze alle famiglie delle vittime del grave incidente aereo avvenuto in Etiopia, dove il Boeing 737 è precipitato facendo 157 vittime, tra cui otto italiani. “Un pensiero e una preghiera per le vittime del terribile incidente aereo in Etiopia, in cui sono morti anche molti cittadini italiani ed europei”, ha detto Tajani. «Sono profondamente commosso dalla tristissima notizia del tragico incidente aereo in Etiopia. Mi stringo alle famiglie delle vittime, alle quali esprimo le più profonde e affettuose condoglianze». Così il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi, che ha inoltre assicurato il massimo impegno della Farnesina per prestare ogni assistenza ed espresso sentita
solidarietà alle Autorità etiopiche.

Condoglianze del premier etiope ai familiari
L'ufficio del primo ministro dell'Etiopia, Abiy Ahmed, ha espresso «a nome del governo e del popolo etiope le più sentite condoglianze alle famiglie di coloro che hanno perso i loro cari” nell'incidente di questa mattina quando un boeing 737 appena decollato da Addis Abeba e diretto in Kenya si è schiantato.
Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, è «profondamente rattristato» per la tragica perdita di vite umane nell'incidente aereo in Etiopia. Lo fa sapere in una nota il suo portavoce. Guterres «porge le sue sincere condoglianze e la sua solidarietà alle famiglie delle vittime e ai loro cari, inclusi i membri dello staff Onu». «Le Nazioni Unite - aggiunge - sono in contatto con le autorità del paese e lavorano a stretto contatto con loro per stabilire i dettagli del personale Onu che ha perso la vita nella tragedia»

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