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Accuse di discriminazioni: così Facebook riforma le inserzioni

di Marco Valsania

Nuova Zelanda, Facebook replica alle accuse

2' di lettura

New York - Facebook riforma le sue pratiche pubblicitarie, costretta a giri di vite nelle pratiche di “targeting” delle inserzioni da ricorsi legali portati da associazioni per la difesa dei diritti civili e sindacati che l'hanno accusata di discriminazione. D'ora in avanti il re dei social network, che dalla pubblicita' ricava tuttora gran parte delle entrate e dei profitti, rimuovera' eta', sesso e codice postale dai criteri utilizzabili per inserzioni mirate in campo immobiliare, occupazionale e nel credito. Fb dovra' inoltre versare cinque milioni di dollari per archiviare le cinque denunce nei suoi confronti da parte, tra gli altri, della Fair Housing Alliance e della Communications Workers of America.

Facebook è da tempo nel mirino per problemi di violazioni della privacy e inadeguati controlli nei contenuti e di recente il suo chief executive e co-fondatore Mark Zuckerberg ha indicato, in risposta alle polemiche, di volere in futuro puntare sempre piu' su comunicazioni crittate e sicure tra i suoi utenti anziché su servizi di piattaforma pubblica. Nel caso in questione l'azienda ha apertamente ammesso, attraverso un blog post del direttore operativo Sheryl Sandberg, che “esiste una lunga storia di discriminazione nelle aree dello housing, del lavoro e del credito” e che “questo comportamento dannoso non deve essere perpetrato attraverso pubblicita' su Facebook”.
Ci e' voluta tuttavia l'azione in tribunale per far scattare davvero la svolta. Le polemiche su un targeting improprio delle inserzioni erano infatti esplose fin dal 2016, quando furono oggetto di un'inchiesta condotta dall'organizzazione di giornalismo investigativo Pro Publica. I giornalisti del sito resero noto in particolare di aver potuto comprare pubblicita' dirette a potenziali compratori di casa escludendo particolari gruppi etnici. Il criterio controverso e permesso nel targeting era quello di “affinita' etnica”. Gia' allora Facebook aveva promesso alcune riforme, ma ora al cospetto delle nuove pressioni ha concordato che mettera' in pratica una serie di rigide restrizioni a simili pratiche sul mercato degli Stati Uniti.

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In maggior dettaglio, ogni targeting geografico avrà adesso un raggio minimo di 15 miglia da ogni specifico indirizzo o centro cittadino. Lo strumento “Lookalike Audience”, che consente agli inserzionisti di identificare utenti considerati simili ai loro gia' esistenti clienti, non potra' prendere in considerazione o selezionare caratteristiche quali eta', religione o iscrizione a Facebook Group nel “dirigere” le pubblicita'. Facebook, in piu', fornira' gratuitamente spazi pubblicitari alla Fair Housing Alliance per promuovere manifesti dei diritti dei cittadini quando si tratta di casa. L'azienda ha infine accettato incontri semestrali con gli avvocati dei querelanti per monitorare la messa in pratica dell'accordo e risolvere eventuali divergenze.

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